di SETTIMIO PAONE
È bastato un video di pochi secondi, diffuso nell’immediato dopo cena di ieri sera, per trasformare il lungomare di Montauro in un palcoscenico di mistero e suggestione. Un filmato, rilanciato in maniera vorticosa sui social, mostrava una figura spettrale seduta sul muretto che affaccia sul mare.
La sequenza, girata da una ragazza, ritraeva una sagoma inquietante, quasi irreale, che sembrava uscita direttamente dai mondi incantati dei film di Harry Potter. Il realismo delle immagini, fotogramma dopo fotogramma, ha colpito al punto da convincere decine di persone a riversarsi in strada. Nel giro di pochi minuti, la zona è stata presa d’assalto da curiosi armati di smartphone, determinati a scovare la misteriosa presenza.
La “caccia al fantasma” si è però rivelata un nulla di fatto: nessuno ha notato figure sospette o fenomeni insoliti. Da lì il sospetto, presto divenuto certezza, che il video non fosse altro che un contenuto generato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Una trovata, probabilmente goliardica, che ha però dimostrato ancora una volta quanto la potenza delle nuove tecnologie sia in grado di influenzare le nostre abitudini, persino in piccoli centri come Montauro.
La vicenda solleva un interrogativo non da poco: fino a che punto i contenuti artificiali, sempre più realistici e difficilmente distinguibili dalla realtà, possono essere lasciati liberi di circolare senza alcun avvertimento? Sarebbe forse opportuno che il Garante o le autorità competenti imponessero l’obbligo di una chiara dicitura che indichi l’origine artificiale di un contenuto, così da evitare equivoci e fenomeni di massa come quello accaduto ieri sera. Il video della figura spettrale, intanto, continua a correre in rete, alimentando commenti tra scettici e creduloni. Un episodio che, al di là della sua natura scherzosa, ci ricorda come il confine tra reale e artificiale sia sempre più sottile.
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