di IACOPO PARISI
Un omaggio intenso e toccante alla figura di Papa Francesco ha preso vita all’Oratorio della Chiesa del Carmine con una puntata speciale de La Musica di Dio, dal titolo «In Memoriam». L’iniziativa, promossa dall’Associazione Culturale “Al San Carlino” con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, ha proposto un viaggio spirituale e musicale capace di intrecciare parole, musica sacra e meditazione.
La serata si è configurata come un’intensa occasione di riflessione e ascolto, intrecciando spiritualità, musica sacra e parole del Santo Padre. La conduzione è stata affidata a Marco Calabrese, curatore e voce narrante della serata, che ha guidato il pubblico attraverso un percorso di parole e suoni, capace di restituire alcuni tratti salienti del magistero e della vita di Papa Francesco.
Il programma, articolato in sette momenti, ha alternato letture di testi del Pontefice – dai suoi discorsi sull’amore e la speranza, al grido per la pace, alla forza della preghiera – all’ascolto di celebri brani di musica sacra, scelti non solo per la loro bellezza, ma per la loro capacità di esprimere profondamente i messaggi evocati. Tra i brani proposti, musiche di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Gregorio Allegri, Bach, Rossini, hanno avvolto l’ambiente in un’atmosfera di raccoglimento e meditazione.
Particolarmente apprezzato il momento in cui lo stesso Marco Calabrese si è esibito eseguendo «Komm, süßes Kreuz» dalla Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach, offrendo al pubblico un’esperienza ancora più personale e intensa del connubio tra spiritualità e arte.
A concludere la serata, l’intervento sentito di Sua Eccellenza Mons. Claudio Maniago, che ha tracciato un parallelo intenso tra la musica e la figura di Papa Francesco: “La musica non deve semplicemente dire qualcosa: la musica fa vivere, è esperienza, se ascoltata con attenzione. E così è stato anche Papa Francesco: non solo parole, ma una presenza che si è fatta esperienza di vicinanza”.
L’Arcivescovo ha sottolineato come il Papa abbia incarnato una semplicità autentica, “spogliando la figura del Pontefice da ciò che riteneva superfluo, perché la sua persona fosse come la musica: un’esperienza che fa sentire Dio vicino”. Con aneddoti toccanti, ha ricordato i primi tempi del pontificato, quando la spontaneità di Francesco sconcertava persino il servizio d’ordine: “Loro andavano a destra e il Papa era già a sinistra. Non sapevano come fare, ma col tempo hanno imparato che il vero servizio era avvicinare la gente, non tenerla lontana”.
Mons. Maniago ha concluso ricordando come la semplicità “francescana” del Pontefice abbia rappresentato il cuore stesso della sua missione: “La semplicità è un attributo divino. E Papa Francesco l’ha resa visibile con la sua vita”.
La Musica di Dio, ancora una volta, ha confermato la propria capacità di coniugare arte e fede, offrendo al pubblico non solo un momento culturale, ma una vera e propria esperienza spirituale.
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