Un messaggio. Un ricordo. Una foto. Chi vive fuori dalla Calabria vuoi per amore, per lavoro, o per tanti altri mille motivi, non dimentica la sua terra. E' un legame forte, indissolubile. A tal punto che un pezzo di Calabria, il profumo di un piatto, ad esempio, un colore, uno scorcio di paesaggio lo si "cerca" disperatamente in ogni parte del mondo. E lo si trova e lo si associa alla terra di Calabria. Solo così le distanze sembrano azzerarsi e la nostalgia, il pensiero di essere lontani mille e mille chilometri, fa meno male.
Davide Ziccinella, sindaco di Sellia ogni giorno riceve messaggi di tanti valenti calabresi che amano la nostra terra visceralmente e incondizionatamente. E li pubblica. Condividendoli. #UnaltraCalabriaesistegia, l'hashtag per "identificare" la rubrica che da oggi diventa anche un po' nostra. Perché è bello sapere che dall'altra parte del mondo c'è qualcuno che parla, che mangia, che sogna calabrese. Ci fa sentire tutti più vicini. Un unico, grande popolo.
Oggi ha condiviso quello di Maria Corea, partita da Albi in provincia di Catanzaro. Laureata a Siena in Scienze della comunicazione, sociologia dell’organizzazione. Ha lavorato a Milano per 12 anni nella Consulenza Manageriale Strategica. Trasferita a Londra nel 2011 ha iniziato una carriera completamente diversa, insegnando alle persone di tutto il mondo i piatti tipici della tradizione culinaria italiana, con focus su quella Calabrese. Sta continuato questa attività anche a Dubai, dove si è trasferita nel 2015, dopo una breve parentesi negli Stati Uniti.
"La Calabria nel deserto, sembra un ossimoro ma funziona benissimo!" Così inizia il messaggio di Maria che da qualche anno è impegnata anche nel settore Turistico, essendo guida turistica ufficialmente riconosciuta dal Dubai Tourism Department, ed occupoandosi di turismo dall’Italia a Dubai e da Dubai all’Italia, condividendo condividere ciò che ha imparato di questa nazione, della sua cultura, della sua religione e delle sue usanze con le persone che vengono qui in visita. Inutile dire che quando arrivano i Calabresi, questo lavoro diventa, per lei, ancora più piacevole.
di MARIA COREA
"Mi chiamo Maria, Calabrese non solo per le origini, ma per carattere cultura e molto altro! Sono andata via dalla Calabria moltissimi anni fa. Inizialmente per studiare, come moltissimi giovani calabresi, e successivamente per seguire le mie aspirazioni professionali. Sintetizzando sono un’emigrata di nuova generazione. Quella fortunata, quella che può scegliere dove andare a vivere per seguire le proprie passioni ed il proprio lavoro. Ma comunque un’emigrata, lontana da casa, dagli affetti e da quella terra baciata dal sole che tanto amo. Ho cambiato molte città in Italia per studio e lavoro, ho vissuto in diverse città all’estero. Attualmente risiedo a Dubai. Ho sempre portato con me il sole, il mare, le montagne di questa terra che suscita odi et amo ogni volta che ci torno. Ho trovato Calabresi in tutto il mondo, ho trovato la Calabria in tutto il mondo. L’ho sempre cercata e l’ho sempre trovata. Nelle persone, nella cultura, nel cibo. Torno spesso nella mia terra, non soltanto perché li ho gli affetti più cari, ma soprattutto perché mi manca. Se mi sento in colpa o se ho dubbi sulla mia scelta di vivere lontano e non dare il giusto contributo al mio posto natio? Tutti i giorni.
Ho però la fortuna e l’orgoglio di provenire da una famiglia che in Calabria ci ha investito, ho un fratello che ha al contrario mio, e con molto coraggio e tenacia, ha deciso di restare, di portare avanti l’attività commerciale di famiglia e di ingrandirla, con tutte le difficoltà del caso. Ho la fortuna e l’orgoglio di avere un cognato che vive e lavora a Padova, che ha deciso di investire con la sua Azienda in una collaborazione con l’Università della Calabria, definendola “eccellenza italiana”.
Ho la discolpa di essere fiera Calabrese, di amare questa regione e le sue contradizioni e di farlo sapere a chiunque incontro sul mio cammino.
Tutto ciò che sta succedendo negli ultimi tempi in Calabria, visto da qui, fa indubbiamente soffrire. È una ferita aperta e sanguina ogni volta che si parla di Calabria, di politica calabrese, di (in)sanità calabrese, di infrastrutture inesistenti, di rassegnazione, spesso, ad uno stato di cose che va invece cambiato. Senza entrare nel merito di chi ha la colpa e senza sparare a zero solo sul Governo Nazionale, sappiamo tutti e bene come sono andate le cose fino ad oggi. Ma questa ferita un minimo trova sollievo quando seguo, tramite social e giornali, quello che sta succedendo tra la popolazione adesso. C’è, finalmente, un moto di ribellione, dovuto alla stanchezza per la situazione, ma anche all’amore per la propria terra ed alla voglia di cambiare lo stato di cose, al famoso orgoglio calabrese che non emerge solo quando dobbiamo criticare il video promozionale di Gabriele Muccino. Abbiamo più consapevolezza. Stiamo focalizzando le nostre forze verso una ribellione che mira a cambiare lo stato di cose. Stiamo recriminando il diritto di essere curati, e bene, nei nostri Ospedali e non di intraprendere viaggi della speranza verso gli Ospedali del nord Italia; di poter esprimere le proprie capacità professionali a casa e non all’estero dove vogliamo andare, magari, per turismo e non per necessità. Io leggo questo, e mi sento più speranzosa. Davide io lo conosco da quando frequentavamo il liceo Galluppi a Catanzaro, tanti tanti anni fa. Una persona eccezionale. Un professionista serio, un Sindaco e Politico capace, testardo, tenace, brillante. Ricordo la sua lotta per la strada Provinciale 25, che in questi giorni vede la sua vittoria piena, per dirne una. Nel suo impegno quotidiano vedo la speranza, leggo la possibilità di un cambio di rotta, di un fare politica per aiutare e sostenere una regione e non per interessi personali. Troppi anni abbiamo perso, ma tanti ne abbiamo a disposizione per cambiare. Io mi auguro che tutto ciò succeda presto e per quanto possibile il mio contributo sarà sempre disponibile.
Perché come canta Brunori SAS
"Lamezia Milano
È un viaggio pazzesco
Da nonno Michele a mio nipote Francesco
C'è un lupo della Sila
Fra i piccioni del Duomo
C'è un vecchio ragazzino dentro il corpo di un uomo
Di un uomo"
#UnaltraCalabriaesistegia #LaCalabriameritadipiu
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