«La violenza contro i bambini sta assumendo forme sempre più tragiche. Ovunque nel mondo, all’interno di casa, scuole, comunità ma anche sulle piattaforme on line, la violenza si manifesta in pesanti abusi fisici ed emotivi. E ci sono, poi, i conflitti armati che causano morte, gravi ferite, danni permanenti e traumi psicologici. La violenza, dunque, prova i bambini della salute e del cibo, dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari, dell’istruzione e di altri servizi basilari».
Lo ha detto la presidente regionale di Unicef Calabria, Annamaria Fonti Iembo, presentando l’incontro organizzato dal Comitato regionale Calabria dell’Unicef, ed allestito nella sala Tricolore della Prefettura di Catanzaro, in occasione del trentennale della Convenzione Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
«Una convenzione – ha aggiunto – , approvata dalle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 e che poggia su quattro principi fondamentali: la non discriminazione, il superiore interesse del minore, il diritto alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo armonico del minore e l’ascolto del minore». Moderati dalla, la dottoranda di ricerca dell’Umg di Catanzaro, nonché volontaria Unicef, Teresa Cubello, hanno curato gli interventi la rappresentante delle Consulte studentesche della Calabria, Janin Sinopoli, la studentessa di Sociologia dell’Umg di Catanzaro, Dasya Manfrida e la rappresentante del Csv di Catanzaro, Giulia Menniti.
In apertura anche i saluti del vicesindaco Ivan Cardamone e della referente dell’Usr, la professoressa Rosa Suppa.
Nel mondo è stato detto - , un bambino su cinque, vive in aree di conflitto; oltre un miliardo in zone flagellate dalla povertà. In Italia almeno 1 milione e 200 mila minori vivono in condizioni di povertà assoluta e negli ultimi cinque anni sono mezzo milione i minori vittime o testimoni di violenze tra le mura domestiche.
«La tutela dei minori – ha commentato Rosa Suppa – passa anche attraverso la scuola. Per questo bisogna considerare che il valore essenziale di una società civile è la dignità. La scuola, dunque, ha un ruolo centrale all’interno della comunità educante. La dispersione scolastica, poi, evidenzia una situazione di disagio di tutta la società. Un problema centrale per l’istituzione scuola che ha l’obbligo ed il dovere di fornire una opportunità di educazione e di sviluppo futuro delle proprie potenzialità». Il programma ha previsto, altresì, la testimonianza di tre attiviste dell’Unicef, Federica Caporale di Catanzaro, Federica Montagna di Roma e della lituana Eglè Maseviciute che, lo scorso mese di ottobre, sono rientrate dalla missione con i bambini del Malawui, a completamento di un percorso di volontariato.
L’incontro è terminato con le conclusioni affidate alla docente di Pedagogia generale e sociale dell’Umg, Tiziana Iaquinta. Nella serata, su iniziativa dell’Amministrazione comunale, la statua del Cavatore nella vicina Piazza Matteotti, è stata illuminata con un raggio di luce di colore azzurro.
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