Unione Europea in bilico. La pronuncia della Corte Costituzionale polacca delinea un attacco senza precedenti alle norme europee

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Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki

La Suprema Corte di Varsavia ha stabilito che ogni legge europea deve rispettare la legge polacca: è una decisione dalle conseguenze imprevedibili.

  08 ottobre 2021 15:05

di MASSIMO PINNA

Un attacco senza precedenti. Un serio rischio per la costruzione comunitaria.

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Arriva dalla Corte Costituzionale polacca che ha sancito come qualsiasi legge della UE deve rispettare le norme polacche.

Traduzione: c’è ora il rischio concreto che si blocchi la macchina comunitaria, con effetti imprevedibili ma in ogni caso gravissimi. Il rischio potenziale è che crolli addirittura l’intera impalcatura dell’Unione di Stati Europei.

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Giovedì la Corte Costituzionale polacca ha, infatti, stabilito che ogni sentenza o atto normativo dell’Unione Europea deve essere conforme alla legge polacca, per essere applicato in Polonia. La sentenza, arrivata in seguito a un quesito del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, significa di fatto che la Polonia non riconosce più la supremazia delle leggi europee su quelle polacche, cioè uno dei princìpi fondativi dell’Unione Europea.

La decisione della Corte Costituzionale polacca non ha precedenti nella storia europea ma è solo l’ultimo passaggio di una contesa giudiziaria che prosegue da alcuni anni fra l’Unione Europea e la Polonia, diventata un paese a guida semi-autoritaria dopo la vittoria alle elezioni del 2017 da parte del partito Diritto e Giustizia, di estrema destra. L’Unione Europea e la stragrande maggioranza degli esperti di diritto internazionale ritengono che il governo polacco abbia compromesso l’indipendenza dei tribunali e della magistratura con varie decisioni: la stessa Corte Costituzionale polacca è piena di giudici nominati direttamente dal governo e ritenuti vicini a Diritto e Giustizia.

La Corte Costituzionale polacca aveva già preso una decisione simile a luglio, ma allora riguardava una specifica sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il principale organo giudiziario dell’Unione. La sentenza di giovedì riguarda in maniera più ampia il Trattato sull’Unione Europea, aggiornato l’ultima volta nel 2007, i cui articoli 1 e 19 – che in estrema sintesi stabiliscono la supremazia del diritto comunitario su quello nazionale in certi ambiti – sarebbero incompatibili con la legge polacca.

È vero che la Corte Costituzionale non è indipendente, ma questo è il passaggio più vicino a un’uscita “giudiziaria” dall’Unione Europea mai compiuto da un tribunale nazionale.

Dopo la sentenza della propria Corte Costituzionale, il governo polacco ha difeso la decisione dei giudici, con cui si è detto d’accordo. La sensazione di alcuni è che il governo e la Corte abbiano voluto 'alzare la posta' e minacciare di non rispettare più le leggi e le sentenze europee in modo da trovare un compromesso che sblocchi l’erogazione dei fondi europei (come noto bloccati per la vicenda dal mancato rispetto dei diritti LGBT in Polonia. La Polonia infatti è un paese assai povero la cui economia dipende in gran parte dai generosi fondi europei che riceve da anni: né il governo né l’elettorato polacco hanno alcun interesse a uscire dall’Unione Europea.

Vedremo come andrà a finire.

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