di CLAUDIA FISCILETTI
"Uno Stradivari al cinema" è lo spettacolo che il M° Guido Rimonda porterà a Catanzaro e Lamezia Terme, rispettivamente il 10 febbraio al Teatro Comunale e l'11 febbraio al Teatro Grandinetti. Per la stagione teatrale di AMA Calabria, ideata e diretta da Francescantonio Pollice, il violinista proporrà un repertorio tratto dal suo nuovo album con l'Orchestra Camerata Ducale, dal titolo "Smile", in cui interpreta alcuni tra i più bei temi del cinema. Uno spettacolo che per il M° Rimonda segna il ritorno sul palco, infatti lo sta portando in tutta Italia e, dopo le date calabresi "continueremo questo piccolo giro con la Camerata Ducale, andando in Sicilia", spiega il violinista all'intervista rilasciata a La Nuova Calabria. Figura di spicco con una carriera costellata da successi non solo in Italia ma anche all'estero, Rimonda dal 2011 è stato insignito del titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana per meriti artistici, soprattutto per la sua ricerca su Giovan Battista Viotti "che è un grande compositore piemontese e che ha inventato un arco moderno. Prima avevamo un arco che ricordava un po’ quello da caccia, lui invece ha cambiato la curvatura, allungato lo strumento e ha cambiato anche il modo di suonare". A Catanzaro e Lamezia Terme porterà le colonne sonore del cinema, dalla title track "Smile" tratta da Tempi Moderni di Charlie Chaplin, a Schindler's List, fino all'omaggio ad Ennio Morricone e il tema de Il Postino di Bacalov, tutti brani ampamente apprezzati da Rimonda che spiega: "Secondo me sono tutti belli, è difficile fare una scelta su quale sia il mio preferito. Amo quello che sto suonando in quel momento".
Perché la decisione di fare questo spettacolo?
"È già un filone che facciamo con Decca (casa discografica ndr) che era nato con Le violon Noir, soprannominato in questo modo perché era di proprietà di Jean-Marie Leclair il quale morì di morte violenta. È stato assassinato e fu trovato abbracciato al violino due mesi dopo la morte, l’impronta della sua mano era rimasta sul violino e sulla tavola. Questa era una storia d’amore, nel senso che lui era divenuto misantropo negli ultimi anni e l’unica cosa che amava era questo violino. Insieme a Decca, con cui sto registrando tutta l’opera di Viotti, abbiamo deciso di fare un disco inizialmente sulla musica noir, infatti lo abbiamo inciso con brani come "Il trillo del diavolo" o "Le streghe" di Paganini. Sulla stessa scia è nato un secondo cd, poi siamo usciti con un disco che voleva sembrare un po’ una rinascita dopo il lockdown, quindi "Smile" perché era sembrato proprio un sorriso, un momento di gioia. Questo è un progetto molto piacevole perché sono tutte le colonne sonore più belle che abbiamo scelto, ovviamente delle colonne sonore che potessero essere eseguite col violino, ed è anche molto piacevole da seguire per il pubblico".
In scaletta è anche previsto Nuovo Cinema Paradiso di Ennio Morricone.
"Si, oltretutto farò anche un fuori programma di Morricone, che ho aggiunto e che non fa parte del cd".
Che idea ha dell'indissolubile rapporto tra musica e cinema?
"Le musiche accompagnano e talvolta fanno anche la fortuna di molti film perché riescono a sensibilizzare maggiormente, anche ciò che l’immagine stessa talvolta non può far provare. La musica è, forse, non dico un’arte superiore, però arricchisce moltissimo".
Lei è anche insegnante e attualmente sta insegnando al Conservatorio di Torino. Come vede che i ragazzi si approcciano alla musica?
"Devo dire che siamo molto fortunati, perché noto che i ragazzi che si avvicinano alla musica, che decidono di studiare uno strumento, hanno qualcosa di speciale forse perché hanno già un’idea, una finalità, un progetto, però sono già inquadrati. Veramente abbiamo dei ragazzi d’oro, come in tutti i conservatori in cui ho insegnato, e sono sempre ragazzi eccezionali. E poi è una’attività molto difficile perché non si finisce mai di studiare e il repertorio è infinito, però è comunque una passione che hanno e che riescono a coltivare in qualche modo".
Qual è il motivo per cui si è appassionato tanto al violino?
"Il violino per me è stata una passione fin da piccolo.Ho avuto una storia un po’ travagliata, perché quando sono nato avevo un soffio al cuore e il mio pediatra ha consigliato a mia madre di farmi avere delle emozioni, quindi mi hanno fatto fare un po’ di tutto, dal canto alla danza, e recitando con una parte in Zazà di Leoncavallo per la Rai, registrata con l’orchestra della Rai di Torino, mi sono trovato davanti proprio un’orchestra con questi violinisti che suonavano, e sono rimasto affascinato. Mi sono appassionato a questo strumento e ho voluto studiarlo".
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