di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
"Auspico la creazione di una Serie C a 2 gironi e poi la nascita del semi-professionismo. Una Serie C d’élite con società solide garantisce maggiore qualità".
È il parere di Beppe Sannino, tecnico dal curriculum davvero lungo avendo allenato in tutte le categorie, dalla Serie A alla Serie D. L’ultima avventura in Ungheria con l’Honved, club di Budapest che milita nella massima serie. Precedentemente, ha guidato squadre come Palermo, Siena, Salernitana, Varese, Carpi e tante altre.
Poi dice: "Vicenza, Monza e Reggina in B e per la quarta suggerisco tre sorteggi concedendo i giusti vantaggi alle seconde classificate".
Serie C in difficoltà
"La Serie C ha bisogno di sostegno. Una fucina di giocatori arriva in Serie A ed è interesse di tutti sostenere la terza serie. In Ungheria dove il calcio non è all’altezza della Serie A e neppure della nostra Serie B, dal punto dal punto vista delle strutture sono avanti anni luce. Centri sportivi con accademie dentro, stadi nuovissimi, un mare di giovani che studia e cresce nelle società. Le strutture sportive sono fondamentali per consentire ai club di formare giocatori in proprio. Non riesco a concepire una società che non ha una propria casa, la propria “cantera”. Ad esempio la Nazionale di Mancini credo che sarà una delle più forti di sempre fatta di giocatori fortissimi, ma guarda quanti giovani".
E il calcio calabrese, il Catanzaro?
"Non ho mai giocato a Catanzaro né da giocatore né da allenatore. Vuol dire che ci verrò in vacanza. L’unica esperienza professionale in Calabria fu a Cosenza, nella stagione 2004/2005, ma fu assurda. Erano i tempi dei due club in città e dopo un po’ decisi di abbandonare. Porto comunque un buon ricordo. In Calabria ho tanti amici tra cui Angelo Sorace che mi parla in modo straordinario di Catanzaro e della sua tifoseria".
Se il presidente Noto in futuro le offrisse la panchina accetterebbe?
“Ora c’è Auteri che è un allenatore bravissimo. So che Catanzaro ha un presidente che può fare grandi cose. Prendere Auteri significa affidarsi ad un tecnico con qualità importanti, e se lo ha preso vuol dire che ha progetti seri. Ad esempio, chi gioca nel Catanzaro deve avere la possibilità di dire: io voglio crescere, vivere e giocare in questa società con l’idea precisa dell’appartenenza ad un simbolo, ad una comunità. Solo così un club può ottenere grandi risultati. A 63 anni mi piace conoscere il mondo e conta lo spirito che ti accompagna. Non mi ci vedo il classico pensionato che gioca a carte”.
È appena partito il progetto della Figc "Da tecnico a tecnico"
"E’ molto importante. Il fatto di avere confronti con allenatori di un certo livello che concedono la propria disponibilità rappresenta una risorsa preziosa per la crescita di tutto il movimento".
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