di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Beh, la notizia del giorno è senza dubbio legata alla richiesta di quasi tutti i club di sospendere definitivamente il campionato a causa del Coronavirus. Questo l’orientamento emerso dall’ultima assemblea di Lega di serie C.
Una chiara tendenza che trova sostegno nel sondaggio in corso di TuttoC che fa pendere la bilancia verso chi sostiene che non ci siano più le condizioni per ricominciare a giocare.
S’intensifica il dibattito tra gli addetti ai lavori e i protagonisti della stagione calcistica ma al momento prevale la linea del no soprattutto in serie C.
Ma c’è chi non molla. Tra questi proprio il presidente della Figc Gravina intervenuto su Radio1 nel corso della trasmissione “Un giorno da Pecora”: “E’ un momento difficile per tutto il Paese e anche per il mondo del calcio, ma con disponibilità e buonsenso sono sicuro che troveremo la giusta via. Chi invoca oggi ad alta voce l’annullamento e la sospensione dei campionati credo che non voglia bene né al calcio né agli italiani, perché non vuole dare una speranza di futuro e di ripartenza. Mi dispiace, terrò duro fino alla fine".
Nel pomeriggio, Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo Oms, consigliere del ministro Speranza per il Coronavirus e consulente Coni, è intervenuto ai microfoni di "Punto Nuovo Sport Show", trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo: "Sulla fattibilità dei sistemi di controllo, è da verificare, ma le proposte sono credibili e sostenibili. C'è un discorso geografico: l’Italia non è tutta uguale a livello di contagi. Al Centro-Sud non c'è stata quell’esplosione terribile del Nord. Ma la gente comunica, la gente viaggia, ma in alcune parti del Paese questo non si può ancora fare, ci sono paesi dove ci sono ancora 100 e più morti al giorno".
Secondo Ricciardi "differenziare le aree per livello di rischio è giusto. Stiamo proponendo di giocare al Centro-Sud, non ha senso vietare attività dove ci sono 0 casi come la Basilicata. La Campania ha reagito molto bene, tempestivamente, la popolazione ha compreso bene la situazione ed ha reagito in tempo, preoccupa un po’ di più la Puglia. La seconda e terza ondata possono risultare più pericolose della prima: non possiamo permettercelo".
E sulla ripresa ha detto: "Maggio è ancora un mese a rischio, specialmente in alcune regioni, sarà ancora un mese interlocutorio. Ciò che suggeriremo è di avere provvedimenti diversi a seconda delle aree geografiche".
Del parere contrario, Corrado Orrico, allenatore in pensione che proprio ieri ha compiuto 80 anni: "E’ ridicolo pensare all’ipotesi di giocare solo in stadi del centro-sud. Alla fine viene fuori un mostro di calcio. È un'altra cosa. Sono tutti accorgimenti che tolgono imprevedibilità, sono contorsioni per provare a difendersi da tutto. La verità è che tutti navigano a vista senza un progetto autentico. L'unica cosa da fare è aspettare che il virus regredisca. Purtroppo va detto che ancora non si vedono tutti questi miglioramenti perché ci sono sempre 500 morti al giorno che gridano vendetta".
Ancora più scettico, Ivano Pastore, direttore sportivo del Rimini e tra i protagonisti nel 2004 della cavalcata in serie B con la maglia del Catanzaro, intervenuto a Il Corriere Romagna: "Ho letto il protocollo e non vedo un punto, dico uno, che può andare bene per la serie C. Motivo? Basti pensare ai costi. Sono inaccessibili considerando anche che dovremmo restare in albergo per 50-60 giorni. Bisogna rendersi conto che la maggior parte dei presidenti di Serie C sono imprenditori che hanno aziende e in molti casi le loro aziende hanno i dipendenti in cassa integrazione. E noi cosa chiediamo loro? Di tirare fuori altri soldi per terminare un campionato in piena estate, a porte chiuse e quindi con zero introiti? Senza considerare, poi, che così facendo si andrebbe a rovinare la prossima stagione per tantissimi motivi. In definitiva questo protocollo non va bene assolutamente perché non è applicabile".
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