Us Catanzaro 1929 story. "I complotti di Palazzo", le bombe su Belgrado e quella bandiera a stelle e strisce data alle fiamme

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12 aprile 1999, uno dei momenti dell'invasione avvenuta durante il match in notturna tra Catanzaro e Trapani, nella stagione 98/99
  19 marzo 2020 20:50

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

Che la stagione 98/99 sia stata unica nel suo genere, non c’è dubbio. E' l'anno del rilancio calcistico per le Aquile. La società sceglie un tecnico esperto come Morrone per dare mentalità e gioco. Si riparte dal biondo triestino Marsich e dalle prestazioni di una Curva in grande crescita 

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Il movimento ultras era rifiorito alla grande dopo il cambio generazionale dei primi anni Novanta, e malgrado la C2, la Curva è colma di entusiasmo. Trasferte importanti, compattezza, orgoglio e tanta mentalità. 

Erano gli anni terribili della guerra in Jugoslavia e la Nato da tempo minacciava ritorsioni contro la Serbia di Milosevic che non mollava di un centimetro “i propri territori”. 

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L’Italia metteva a disposizione le Basi militari (Dal Molin, Aviano, Sigonella) e nel Paese montava la protesta, spesso accompagnata da un anti-americanismo diffuso prevalentemente nel radicalismo politico.

Le cronache segnalavano iniziative di protesta contro gli "alleati", in numerose Curve di diversa connotazione ideologica. In quegli anni i settori popolari degli stadi erano ancora “spazi liberati”, e la tolleranza dello Stato consentiva molto. 

I contrasti ideologici tra frange di opposta appartenenza, in alcuni casi, ritrovavano come per incanto una sorta di collante nelle curve e così venivano fuori mescolanze davvero insolite e iniziative quasi irripetibili. 

Così, è stato per alcuni anni in città dove una determinata generazione di ragazzi ha trovato un preciso luogo di identificazione proprio nella “Curva Massimo Capraro”. Tendenzialmente di destra, in quella fascia temporale, ma capace di esprimere valide rappresentanze di opposta appartenenza. 

Ognuno con il suo credo politico, ma sotto una bandiera che univa, e ha sempre unito molto nel nome delle Aquile. Tutto questo chiaramente comportava un “discreto sacrificio” reciproco ed equilibri molto delicati.

La tifoseria, in quel periodo era ossessionata dai complotti di Palazzo, dalla ingiustizie arbitrali, dalle deboli dirigenze, e da torti subiti nel corso degli anni (uno per tutti, la retrocessione dopo la spareggio vinto a Lecce). Non ultimo, la sfortuna che ci metteva sempre lo zampino.

In città, si vociferava che l’unica strada per "farsi rispettare" una volta per tutte era un’azione eclatante. Si parlava spesso di invasione di campo. E così, in quell’humus maturò qualcosa di molto forte che finì sotto i riflettori nazionali! 

Era il posticipo serale del 12 aprile 1999 del campionato di serie C2, girone C. Catanzaro e Trapani si affrontavano al Ceravolo, sotto una pioggia battente, in un match ripreso in diretta dalla Tv di Stato. 

I caccia americani bombardavano da giorni Belgrado (nell’operazione “Allied Force”) per affermare la “democrazia” e “l’autodeterminazione” dei popoli balcani. Lo “Stivale” guardava incredulo di fronte alle bombe che cadevano a poche centinaia di chilometri oltre l’Adriatico. 

Ad un certo punto, verso la metà della seconda frazione di gioco, dalla vecchia Curva Ovest viene fuori uno striscione: “1945-1999 avete cloNato l’Europa”. Subito dopo, una bandiera americana viene data alle fiamme. Dalla Curva si alzano cori contro gli americani. La tensione sale alle stelle, la polizia allertata prende posizione. 

Dopo qualche minuto, la forte pressione di decine di giovani, unita al caparbio lavoro di rottura sulla recinzione fanno cedere completamente alcuni pannelli della barriera in metallo. Nessuno poteva immaginare che la recinzione crollasse così di colpo. Quasi per incanto si apre una breccia che consente “l’invasione”. 

Partita sospesa per diversi minuti e molti col viso coperto provano ad occupare il prato verde per sospendere la partita. Le forze dell’ordine, impreparate, tentano di riportare la calma. Volano oggetti e si registrano disordini. Un casco da motociclista colpirà in testa un agente. 

Un pezzo di recinzione è ormai completamente abbattuto ma l’avanzata dei giovani ribelli verrà contenuta con fatica. Ma il messaggio era stato lanciato: Catanzaro non tollera le ingiustizie.  

Dopo alcuni minuti la gara riprenderà fino al termine decretando l'amara sconfitta casalinga per 2-1. Ancora una delusione per tifosi presenti sugli spalti. Nei giorni seguenti, le conseguenze giudiziarie all’indirizzo di numerosi giovani identificati durante le fasi salienti dei disordini, furono pesanti. Il finale di campionato sarà il solito copione: eliminazione ai play-off.

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