Us Catanzaro 1929, Iemmello si presenta così: "Giocare qui per me è un sogno che si realizza da quando ero bambino"

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Pietro Iemmello, attaccante del Catanzaro
  21 gennaio 2022 20:03

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

“Catanzaro è stata una scelta per me facile. Fin da bambino ho coltivato il sogno di giocare qui. Credo che le due cose si sono incastrate per la progettualità della società e per il fatto che io faccio fatica da un anno e mezzo”.

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Solo le dichiarazioni di Pietro Iemmello, attaccante catanzarese prelevato dal Frosinone in prestito secco fino a giugno, nel corso della presentazione pomeridiana nella sede di via Gioacchino da Fiore.
 
 “Ringrazio la famiglia Noto: Floriano e il figlio in primis e i direttori. Ho deciso di venire qui ma è pur vero che hanno fatto un lavoro importante su di me per farmi capire quanto ci tenevano”.

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Poi dice: “Corona è stato qui il mio idolo e spero di fare anche la metà di quello che ha fatto lui. Ha scritto la storia ma la storia è il passato, noi dobbiamo fare il presente”.

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Spiega che il “il volo del San Vito è stata una cosa spontanea e goliardica ma sul futuro è prematuro parlare. L’importante è il presente: lavorare”.

L’ex Frosinone afferma: “Ieri ho iniziato ad allenarmi con la squadra e ho fatto un percorso con lo staff tecnico di preparazione per far si che le cose vadano bene nel miglior tempo possibile”.

E ricorda: “Sono passati 6 anni dal Foggia in Serie C. Cambia la muscolatura il modo di approcciare le partire, cambiano tante cose. Vedendo questa serie C è molto competitiva. Cambia poco dire se ci sono le differenze. Spero che possa fare quanto fatto in passato nella stesa categoria ma questo lo dirà solo il campo”.

A Iemmello non fanno paura “responsabilità e pressione anzi, raddoppiano gli stimoli. È una cosa che mi piacere e che sento, mi fa essere vivo ogni giorno. La sento nel modo giusto. Non ho mai giocato con i ragazzi del mio reparto ma seguendo le partite ho visto che sono validi soprattutto per questa categoria”.

E afferma: “Mi aspettavo la pressione della piazza e so di cosa è capace. So che i tifosi dopo il 16 maggio 2004 sono andati a scemare come passione. Catanzaro vive di calcio e ha bisogno di entusiasmo. Mi aspettavo che fosse atteso un mio ritorno qui e un qualcosa che potesse risvegliare un pubblico non proprio distante, ma il Ceravolo che conosco io è un altro. Senza tifosi allo stadio difficilmente una squadra come il Catanzaro riesce ad andare avanti. Con il mister ho parlato e insieme al suo staff abbiamo stilato un programma di mini preparazione e sta a me seguire i loro dettami.

Poi dice: “Sono convinto che la tifoseria ha capito che cosa sta facendo questa società, i suoi progetti, e che non è come gli altri anni. La tifoseria secondo me arriverà a riempire lo stadio come dico io. Lo stadio deve essere fin tropo pieno. Con i risultati e la passione questa piazza si riaccenderà. La gente ritornerà al Ceravolo felice e anche da queste piccole cose, che poi sono le grandi cose che possono cambiare una stagione”.

Sul gruppo afferma: “Non solo io a dover dire cosa significa giocare a Catanzaro. Ci sono ragazzi che lo sanno bene. Ho visto un gruppo serio che vuole lavorare. Se non lo pensassi aggirerei la domanda ma lo penso davvero. Parlando di ricordi non si vincono i campionati. Quello che posso dire è che vincere a Catanzaro è diverso. Resti nella storia dei tifosi ho visto gente che ha vinto qui ed essere applaudita da avversario. Catanzaro ti può dare questo”.

E aggiunge: “Sono venuto per cercare di fare il meglio, poi gli altri discorsi lasciano il tempo che trovano. Voglio pensare che Catanzaro sia una squadra come le altre. Il numero 90 l’ho preso così, perché c’era il 9. Quando sarò convocato sarò a disposizione”.

E chiude umilmente: “Penso che nel calcio ci sono delle categorie: l’ho scelto anche io ma in questo anno e mezzo ho meritato la Serie C. Voglio responsabilità per un rilancio mio e possibilmente del Catanzaro.

Prima di lui parla il direttore generale Diego Foresti. È arrivato il grande momento, quello più atteso. Lo dice il suo nome e il suo curriculum. È stata una cosa voluta soprattutto da Pietro. Mi onora presentarlo. È chiaro che tutti ricorderanno questo momento ma è stato preso per fare la differenza in campo".

Poi ribadisce: "Ringrazio la proprietà per averci permesso di fare un grande mercato. Il nome di Iemmello va aldilà di tutto ma senza tante chiacchiere deve dimostrare di fare la differenza nella categoria. La società ci ha permesso di fare questo mercato mettendo la ciliegina sulla torta. Sarà gestito come tutti i calciatori. Ed è giusto che venga a lavorare ma è chiaro che parliamo un catanzarese doc e di una persona che ha rinunciato a parecchi soldi per vestire questa maglia. La società lo ha voluto fortemente e lui avrebbe potuto andare in tante squadre. Sono felice come per gli altri ragazzi presentati".

Il dg poi spiega che “abbiamo fatto fin troppo veloce a prenderlo. Chiuderla in una settimana è stato un record. Vogliamo fare le cose gradatamente per non incorrere in pericoli successivi. Non dobbiamo farci prendere dalla frenesia”.

Foresti tiene a sottolineare che Luca Noto è stato fondamentale per avere Iemmello.  È il figlio del presidente e fa parte della famiglia. Mi fa piacere che da quando sono qui si è avvicinato molto. La trattativa è stata veloce e l’Avellino si è comportato in maniera professionale ma la volontà del ragazzo è stata questa. Se le cose dovessero andare come devono la volontà del ragazzo farà differenza anche in futuro”.

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