Us Catanzaro 1929. Il Ds Lo Giudice 16 anni dopo la promozione in B: "Ricordo bellissimo e la gioia di una città nella mia prima esperienza da dirigente"

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Pasquale Lo Giudice, direttore sportivo del Catanzaro
  17 maggio 2020 21:40

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

"La promozione in Serie B è un ricordo bellissimo perché è stata la mia prima annata da Direttore sportivo e comunque coronata con un risultato insperato che a Catanzaro mancava. Tanti ricordi positivi. Dalla colonna di pullman di ritorno da Ascoli. La prima esperienza da dirigente e soprattutto la gioia di una città".

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E' il ricordo accorato del direttore sportivo del Catanzaro, Pasquale Lo Giudice, 16 anni dopo quella trasferta oceanica di Ascoli che sancì il gran ritorno in Serie B delle Aquile con un trascinatore come Giorgio Corona.

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Poi aggiunge: "L’idea di Corona nacque il giorno dopo la finale play-off con l’Acireale che perdemmo in casa. Lunedì mattina in sede fu fatta la prima telefonata al suo procuratore per iniziare a parlarne. Si partì da lì con l’amarezza della sconfitta ma con la forza di rivalsa e quindi si pensò a lui. Non si sapeva ancora che saremmo stati ripescati in C1, ma pensammo di prendere un giocatore forte per la C2. Squadra competitiva e fatta di uomini veri. Si vinse il campionato contro una squadra altrettanto valida come il Crotone in un torneo di livello con club blasonati come quest’anno"

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Cosa è cambiato da allora?

"Probabilmente con tutto il rispetto era un calcio un pò più vero, soprattutto negli uomini".

Quest'anno il Catanzaro ha deluso le aspettative 

"La realtà è che sia nel primo mercato che nel secondo gli addetti ai lavori sia a livello locale che nazionale ci indicavano come una squadra forte e competitiva. Ancora di più a gennaio dove fummo definiti la regina del mercato. È chiaro che non ci possiamo nascondere: dovevamo e potevamo fare di più. Ha contribuito anche la sfortuna, ma tante situazioni che fino ad ora hanno espresso un settimo posto. Dovevamo stare tra secondo, terzo e quarto posto e se tutto andava per il verso giusto si poteva pensare in grande. A mio avviso, questo organico dopo quello del Bari poteva giocarsela con tutte le altre. La Reggina è stata più costante e il derby vinto con noi al novantesimo gli ha dato consapevolezza mentre al Catanzaro ha messo in risalto una serie di problematiche"

La rosa è quasi fatta anche il prossimo anno, vero?

"Bisogna vedere la società cosa intende fare, dalle risorse e da tante altre cose. Certo, se a questa squadra inserisci qualche giocatore di altrettanto spessore e ne cedi qualcuno te la puoi giocare davvero bene. Ora hai tutti calciatori abituati a vincere".

Sarà confermato?

"Questo non lo so. Per il momento non si è parlato di progetti perché fino ad ora si è pensato a concludere questa annata. Alla vicenda dei contratti dei calciatori e siano in attesa di capire se la stagione è chiusa o meno. Dopo di che la proprietà con calma parlerà un po’ di tutto. Non si sa ancora nulla, progettare è complicato.

Quanto è importante avere un Centro sportivo?

"Ti aiuta a concentrare tutto lì però credo che hanno vinto anche squadre che non ce l’hanno".

Campo d'allenamento di Giovino?

"Non abbiamo solo questa problematica, ma anche il terreno del Ceravolo. Gli altri anni in cui è piovuto di più è stato massacro, ma sicuramente non abbiamo vinto non certo per il campo".

Il vivaio?

"Portare giovani dalla Berretti in prima squadra è difficile, soprattutto per piazze che di C che vogliono vincere subito.
Rischi di bruciarli. La gente vuole vincere. A meno che la società voglia dire inizialmente che sposa una linea ben precisa e forse la tifoseria nel tempo lo accetterà. Ma a mio avviso è sempre un discorso di comunicazione".  

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