Us Catanzaro 1929, il ritorno di Auteri: "Questa maglia me la sento cucita addosso. Dobbiamo ritornare ad essere squadra"

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Gaetano Auteri, allenatore del Catanzaro
  25 gennaio 2020 17:15

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

Ritorna in sala stampa dopo circa 3 mesi Gaetano Auteri. Si presenta sereno carico ed emozionato, pronto ad una nuova sfida sulla panchina del Catanzaro. 

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“Tante cose sono cambiate in questi mesi ma non dobbiamo guardare la classifica. Dobbiamo resettare tutto. Prima pensavo che questa era una squadra forte, oggi è cambiata ma continua ad essere una squadra forte. Certo, prima c’era più tempo ma ora ce n’è di meno ma dobbiamo iniziare a lavorare tutti insieme e ricominciare ad essere squadra. E’ un gruppo che ha bisogno di criteri, sostengo e io sono qui per questo”. 

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Fischnaller ha lasciato Catanzaro per motivi familiari e “ho provato a fermarlo – ha detto il mister - ci siamo abbracciati ma la sua è una scelta di vita legata ad un ambito familiare. Aveva la voglia di rimanere e la società avrebbe rinnovato bene il suo contratto”.

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Poi, ha spiegato il suo ritorno: “L’ho fatto tra mille dubbi e una notte non ho chiuso occhio preso da mille pensieri ma poi abbiamo chiarito tutto ed è prevalso l’entusiasmo verso il lavoro che faccio e soprattutto verso questa maglia che me la sento cucita addosso. De Andrè diceva che dal letame nascono i fiori e magari dai rapporti che si deteriorano vengono fuori nuove spinte. Sono emozionato. Perché la sento dentro e la vivo nella mia interiorità. Io sono aperto da ogni punto di vista e ho trovato grande disponibilità”

Ieri, prima della seduta d’allenamento, il mister ha fatto colloqui individuali con tutti i calciatori “e c’è stata grande disponibilità di tutti i giocatori. E quando sono uscito sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’accoglienza dei tifosi. Queste cose mi fanno piacere ma imbarazzano”.

Poi ancora: “Sono cambiate alcune caratteristiche della squadra e quelli che sono arrivati sono forti. L’unica cosa che mi dispiace è l’addio di Fischnaller, ma forse faremo qualcosa in attacco”.

Ancora un passo indietro su questi tre mesi trascorsi lontano da Catanzaro. “Alleno da 30 anni e mi sono capitati 5/6 esoneri ma a parte Latina, sono sempre ritornato. Questi 3 mesi li ho vissuti con mia madre che è una donna meravigliosa. Siamo stati mano per la mano in campagna. Comunque molto bene".

E riattacca: "Se il campionato cominciasse adesso questa squadra sarebbe in grado di competere con chi sta davanti. Ma purtroppo non inizia ora e noi siamo un po’ indietro dal punto di vista del lavoro. Ma questo è un gruppo forte e lo saprà dimostrare.  Dobbiamo comporre un grande puzzle e lo faremo, ne sono scuro. Poi, ci vuole la buona sorte e dobbiamo dimostrare di meritarla e il rispetto massimale verso questa maglia. Non ho pensato ancora al giocatore che indosserà la fascia da capitano. Il capitano è un simbolo e il criterio che rispetto è quello dell’anzianità ma certamente deve essere manifestata. Comunque dobbiamo essere tutti capitani.

E sottolinea: “Questa è una fase in cui bisogna essere uomini. Gli atteggiamenti di tipo vittimistico non vanno bene e chi dimostrerà di condividere questi concetti sarà in condizione di rimanere ma vale per tutti. Gambe in spalla e pedalare. Noi abbiamo bisogno di una grande presenza interiore".  Annunciato anche l'ingaggio del portiere Marco Bleve, dal Lecce.

Motivazioni extracalcistiche legate all'esonero Per quanto riguarda le motivazioni extra calcistiche che hanno spinto il mio esonero ci sono tante cose che sono assoluta fantascienza e poi ci sono cose vere. Ci son stati tanti equivoci alla fine della stagione scorsa anche sulla mia posizione. Abbiamo avuto tanti disaccordi con la società e sono nate tensioni anche eccessive da parte mia, perché in alcuni momenti mi sono sentito solo. E non siamo stati bravi a mettere i tasselli giusti a fine stagione. 
Mentre prima vedevo il presidente piacevolmente ad un certo punto quasi mi toglieva il sorriso. Mi sentivo sempre sull’orlo dell’esonero. Ma né io né lui siamo persone che non sono in grado di stare insieme perché abbiamo educazione rispetto e il fatto stesso che sono stato richiamato vuol dire che c’è fiducia reciproca. Ma ci sono state incomprensioni. Mi è capitato di essere pesante e mi sono sfogato pesantemente nei confronti della famiglia Noto. Ma certi atteggiamenti non mi appartengono come persona e ho chiesto scusa. Ma non mi aspettavo un esonero così repentino. Me ne sono andato con la coda in mezzo alle gambe pensando di avere subito un torto.

Rapporto con il Ds Lo Giudice "A Catanzaro spesso alcune cose vengono ingigantite. Prima dell’esonero il rapporto è stato normale di stima con Pasquale Lo Giudice con cui abbiamo condiviso situazioni operative e non ci sono mai stati problemi. Questo è quello che ho vissuto io. Poi, sul lavoro ci sono vedute differenti e comunque ho sempre lavorato in simbiosi. So stare al mio posto. Ma non sono uno che fa il mercato. Forse è un mio limite. È normale che i giocatori devono essere di mio gradimento". 

E prosegue: "Dopo il mio esonero, il 28 ottobre, quando sono andato via non ho mai più parlato con nessuno dei giocatori. Poi, ho mandato un messaggio al direttore per parlare ma non ho mai ricevuto risposta. E allora ho iniziato a cambiare opinione a da lì in poi abbiamo esagerato tutti. Tutti. Ma prima non ho mai ravvisato qualcosa di irregolare nel rapporto tra di noi. C’è stato sempre rispetto dei ruoli. Dopo il mio esonero c’è stata una escalation di parole da parte di tutti. Poi, il presidente mi ha chiamato, ho chiarito da uomo a uomo con il direttore ed è prevalso il grande rispetto per la maglia che deve essere l’unico grande obiettivo. Da ora in avanti - conclude il tecnico - il binomio Auteri-Lo Giudice può senza dubbio andare avanti con la massima serenità"

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