di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Il sistema calcio è in crisi e non sa davvero come uscirne. Ma è ancora più evidente come la Serie A sia un mondo a sé. La massima serie scalpita per ripartire, ma il ministro Spadafora richiama alla calma. Il protocollo sanitario va rispettato alla lettera e comunque ancora nulla è deciso. Non è detto che il 5 maggio il governo darà il via alla fase 2. Dipende tutto dai dati che giungono dagli ospedali sui contagiati per Coronavirus.
Intanto, domani si terrà in videoconferenza il Comitato Esecutivo Uefa per un aggiornamento necessario a discutere i recenti sviluppi inerenti l’impatto della pandemia di Covid-19 nel calcio europeo.
La riunione fa seguito alla sessione informativa preliminare di martedì 21 aprile, alla quale hanno preso parte i segretari generali delle 55 federazioni membri della Uefa.
Nel corso della sessione è stata discussa la possibilità di sostenere le Federazioni calcistiche attraverso il programma Uefa Hat Trick, rinnovando così l’impegno della confederazione a soddisfare i versamenti secondo quanto pianificato.
È stata inoltre ribadita con forza la raccomandazione di completare le competizioni domestiche di alto livello e le coppe, e segnalato che casi specifici, con particolare riferimento alla eventuale cancellazione di campionati, verranno esaminati non appena stabilite le linee guida relative alla partecipazione alle Competizioni europee.
Eventuali decisioni saranno comunicate al termine del Comitato Esecutivo, in programma domani.
La Serie A dunque in qualche modo ripartirà, in linea con i parametri e le aspettative europee. Il problema riguarda soprattutto la Serie C che non sa trovare una soluzione, pur facendo parte di un ingranaggio della stessa macchina.
Negli ultimi giorni, il Direttivo della Lega di Serie C aveva ventilato l’ipotesi di cristallizzare le classifiche e affidarsi ad un sorteggio per decidere la quarta da mandare in B.
Ma l’ipotesi, peraltro venuta fuori per “sbaglio”, ha scatenato una serie di reazioni in tutto l’ambiente, tanto da costringere il presidente Ghirelli a far ulteriore chiarezza e a rassicurare i più scalmanati che si trattava solo di una ipotesi ancora da votare in Assemblea e successivamente in Consiglio federale.
Certo, una soluzione andrà trovata prima possibile anche perché la Lega ha bisogno di chiudere questa stagione, per poi concentrarsi su eventuali riforme che appaiono necessarie. I presidenti ogni giorno fanno notare che senza entrate derivate da botteghino e sponsor è impossibile andare avanti.
Pagare gli stipendi ai calciatori diventa sempre più difficile e la pandemia da Coronavirus mette in crisi le aziende che rappresentano il principale motore dei club di Serie C.
Si chiede a gran voce una riforma di sistema che metta mano alla legge Melandri sui diritti Tv e alla defiscalizzazione. E chissà che non rispunti nuovamente la Serie C2, forse cancellata troppo in fretta.
Qualche tempo fa, era emersa la possibilità di dare vita ad un girone unico di Serie C d’elite che sia una sorta di B2. Ma le discontinuità troppo marcate nel nostro Paese non si sono mai avverate.
Ed è più verosimile pensare che, visto il grande affanno di molte società, ci saranno meno iscritti al prossimo torneo.
Così, la Lega potrebbe ad esempio rimuovere un intero girone. Ma sono tutte ipotesi da valutare e ragionare in sinergia.
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