Us Catanzaro 1929, Martinelli: "Sottoposto alla società l'accordo sul taglio stipendi. Serie B? Non servono solo i grandi nomi ma tante altre componenti"

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Luca Martinelli, in video conferenza stampa
  18 aprile 2020 14:47

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

"Abbiamo fatto una proposta alla società sul taglio stipendi e ne stiamo discutendo tra di noi. C’è da capire. Non è facile mettersi completamente d’accordo. È una situazione particolare e ci sono esigenze personali. Stiamo cercando di trovare un punto d’incontro fattibile per entrambi”.

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Sono le parole pronunciate dal difensore d’esperienza del Catanzaro e delegato, insieme a Corapi, di rappresentare la squadra con l’Aic, Luca Martinelli, nel corso della video conferenza stampa tenuta in tarda mattinata. 

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Poi afferma: "Per vincere non serve solo la squadra più forte a livello di singoli ma si devono incastrare tante componenti".

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Come lo prenderesti un taglio dello stipendio dopo averne perso 6 a Foggia?

Per me è una nota dolente. Ho perso molto se non quasi tutto dell’anno scorso ma capisco che al momento bisogna cercare di trovare una soluzione fattibile per tutti”.

Cosa propone l’Associazione italiana calciatori?

"Io e Corapi siamo in contatto con Aic per quanto riguarda aggiornamenti ed evoluzioni. Malgrado ciò, è tutto un’incognita. Siamo in balia degli eventi e c’è da attendere. Ci sono componenti e variabili che si devono incastrare per poi arrivare ad una decisione per il campionato e la ripresa allenamenti".

Ancora nessuna proposta fatta alla società?

L’abbiamo fatta e ne stiamo discutendo tra di noi e con la dirigenza. C’è da capire. in ogni caso, non è facile mettersi completamente d’accordo. È una situazione particolare e ci sono esigenze personali. Stiamo cercando di trovare un punto d’incontro fattibile per tutti e due”.

Qual è l’intesa?

Penso debba rimanere riservata. È una cosa tra noi e la società onde evitare giudizi fini a sé stessi

Serie C quasi compatta sul no alla ripresa e protocollo che non convince gli addetti ai lavori 

"Obiettivamente diventa poco sostenibile. La realtà dice che ci sono molte società in difficoltà e questi sono costi onerosi da sostenere. Diventa difficile anche la ripresa. Noi come squadra saremmo anche disposti a ricominciare ma andrebbe fatto con enorme sicurezza. Tutto questo sta a chi deve decidere".

In caso di mancata ripresa come se ne può uscire?

"Non lo so, perché diventa difficile anche pensarlo. Immaginare di stare fermi anche 2 o 3 mesi diventa difficile. Siamo atleti professionisti e per quanto si può fare a casa diventa un problema. Anche per quello bisognerebbe cercare di trovare soluzioni per una rapida ripresa".

In caso di ripartenza il campionato sarà regolare?

"E’ un terno a lotto per tutti. Una stagione regolare implica ritmi scanditi in un determinato numero di mesi. Una eventuale ripresa significherebbe giocare ogni 3 giorni dopo due mesi di fermo. È falsato perché si spezza ma siamo tutti sulla stessa barca. Dd oggi, sono solo chiacchiere da bar".

Campionato altalenante

"Una risposta unica non c’è. Ci son tanti fattori che hanno influito dall’inizio dell’anno a abbiamo avuto le nostre problematiche. Ci sono annate con aspettative programmate che poi non si avverano. Alla base ci sono tanti motivi. Bisogna prenderne atto e cercare di migliorarsi nel futuro, a partire dall’anno prossimo. Bisogna prendere le cose come stanno. Il fallimento è di tutti non solo di chi va in campo. Ci sono vari errori che hanno influito. Se ne prende atto e si cerca di migliorarsi se l’intenzione è quella di farlo, se no si vivacchia. Io dico che se oggi ci fosse la possibilità di riprendere bisogna guardare a quello che è stato prima della sosta e migliore gli aspetti che sono mancati. Bisogna cercare di migliorarsi già da quest’anno".

Il Catanzaro di Grassadonia quanto era diverso da quello di Auteri?

“Era differente ma ci sono stati alti e bassi con entrambe le gestioni. Con il ritorno di Auteri si era ricreato un pò di entusiasmo anche per quanto fatto l’anno scorso. Sono arrivate subito tre vittorie e l’euforia. Poi, tre sconfitte di fila sembrava ci avessero riportato nel baratro. Sono gestioni differenti dal punto di vista caratteriale e di gioco”. 

Quarantena lontana dalla famiglia, come la stai vivendo?

"Non è facile. Ho la famiglia a Milano ma mi conforta che grazie al cielo sta bene. Ma non voglio raggiungerli per precauzione. Sono rimasto incastrato. È un momento particolare per tutti".

Com’è andata la sua stagione in campo?

"A livello personale non è stata esaltante per continuità. Purtroppo, guardando indietro me ne dispiaccio perchè conosco la qualità della squadra e avremmo potuto fare meglio".

Quali previsioni per il prossimo anno?

"L’obiettivo resta la serie B e sicuramente per l’ambizione che si ha e la squadra che abbiamo partiamo da una buona base. Ma come quest’anno c’insegna, bisogna metterci dell’altro che quest’anno è mancato. Non serve solo la squadra più forte a livello di singoli giocatori. Poi si devono incastrare tante componenti. Vedi la Reggina che ha lavorato bene e in condizioni ottimali, almeno così pare".

Quali sono queste componenti che mancano?

"Ad esempio, il campo d’allenamento, lo stadio stesso. Poi, dipende dalle aspettative che si hanno. Se si vuole giocare un tipo di calcio ci vuole un tipo di tereno. Se invece si vuole giocare ad esempio come il Carpi di qualche anno fa che sale buttando la palla avanti si struttura una squadra con quel tipo di gioco. Io la vedo così. Se si vuole dare qualità agli allenamenti bisogna curare dettagli perché risultano fondamentali. Poi, una volta ogni due settimane si andrà a giocare sui campi brutti, ma quando si gioca in casa e ci si allena su campi buoni diventa tutto più facile. Ma penso che sia un dato oggettivo, un dato di fatto. Ho vinto campionati e dico che non basta solo la squadra e i nomi, ma ci sono varie componenti Poi, la società farà ciò che riterrà giusto, ma ci sono carenze oggettive che vanno analizzate. Sappiamo tutti che il terreno di gioco del Ceravolo ha problemi di drenaggi sotto i distinti dove sembra di giocare sulla marmellata. Così come il campo di Giovino ha grossi problemi. Per il gioco che vogliamo fare per valorizzare i giocatori di qualità serve anche quello. Ho fatto l'esempio dei campi che mi viene subito in mente. Poi, da un altro punto di vista siamo sempre in C e bisogna adeguarsi. Certo, bisogna dare importanza a tanti aspetti, ma è una mia idea personale".

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