di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
A poche ore dalla fine dell’assemblea di Lega Pro il presidente del Catanzaro Floriano Noto ha parlato in esclusiva ai microfoni di TMW: "Tutti i presidenti hanno manifestato la volontà di chiudere qui la stagione perché né sul piano etico né su quello pratico è fattibile tornare a giocare. Soprattutto se rimane la data del 30 giugno come dead-line per il termine del campionato. Vogliamo chiuderla qui. Questo perché le società che danno a noi imprenditori la possibilità di investire nel calcio sono in forte crisi, ma anche perché sia sul fronte degli sponsor che su quello degli incassi da botteghino non avremo alcun tipo di entrata. Alcuni sponsor, ad esempio, hanno già comunicato che non pagheranno l’ultima rata pattuita per il campionato 2019/2020".
Riduzione degli ingaggi "La nostra proposta – ha fatto sapere il patron delle Aquile - in questo senso è divisa in due parti. Se la stagione termina entro il 30 giugno ai calciatori verrebbe chiesto di rinunciare ad una mensilità sulle quattro rimanenti per il completamento del campionato. Se invece la stagione dovesse superare quella data i ragazzi dovrebbero rinunciare a due mensilità su quattro. Noi come imprenditori saremo costretti a fare dei sacrifici e dobbiamo condividerli con loro. A mio modo di vedere questo sarebbe un accordo abbastanza ragionevole. Se in questo momento non ci veniamo incontro – ha evidenziato il presidente del Catanzaro Floriano Noto - il calcio di Serie C è da considerarsi morto perché verranno meno tutti gli imprenditori che hanno deciso di investire nel calcio. Dobbiamo renderci conto della gravità della situazione. Al Sud, ad esempio, si parla da alcuni studi di settore che quasi il 50% delle attività non riaprirà dopo questa crisi e il calcio non è immune a tutto questo".
Riforme profonde "Terminare la stagione adesso ci permetterebbe di avere dei mesi da sfruttare per una riforma profonda del sistema che renda sostenibile fare calcio in Serie C, con dei paletti chiari che permettano agli imprenditori di continuare la loro avventura nel pallone. Il calcio non è la prima preoccupazione e lo dico da imprenditore. E’ giusto, dunque, che il governo dia la priorità a sanità, imprese e famiglia: per questo non penso che possa venire incontro a noi e alle nostre esigenze".
La Lega conferma: "I Club di Legapro – si legge sul sito ufficiale - hanno manifestato la necessità di adottare il prima possibile misure che permettano la sostenibilità economica, a partire dallo svincolo sulle fideiussioni e la possibilità di accedere alla Cassa Integrazione in deroga. Su quest’ultimo aspetto, in particolare, i club chiedono al governo, al ministro Spadafora e al ministro Gualtieri la possibilità di prevedere questo intervento nelle prossime misure che saranno varate".
E ancora: "I presidenti hanno dato al Presidente Ghirelli mandato di rappresentare alla Figc la specificità della Serie C, una lega particolarmente in difficoltà in questo momento, soprattutto per quelle squadre che si trovano nelle aree del Paese dove il virus registra una maggiore diffusione. Difficile pensare di tornare a giocare in città sconvolte, pur avendo in grande cura le ragioni giuridiche. Questi due elementi vanno tenuti insieme".
Dal canto suo il presidente Ghirelli ha dichiarato: "Ho già rappresentato alla Federazione le necessità e le istanze dei Club. È necessario trovare un punto di equilibrio tra le questioni etiche, le responsabilità collettive e la possibilità per le squadre della Serie C di continuare a spendersi in prima linea per quel calcio che fa bene al Paese. Abbiamo tracciato una linea comune sull’esigenza di riforme basate sul taglio dei costi ai fini della sostenibilità economica. Il rischio è enorme per la C anche in relazione alla continuità aziendale".
Il Presidente Ghirelli ha avuto inoltre mandato di proseguire "la trattativa con l’Aic e con Aiac affinché si possa raggiungere una soluzione che richiede la consapevolezza che tutti devono fare grandi sacrifici in un momento di crisi così drammatica".
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