di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
La giornata inizia subito con le dichiarazioni forti di Pietro Lo Monaco, ex amministratore delegato del Catania, ai microfoni di una nota emittente televisiva.
"Le società di Serie C - afferma - sono pronte a chiedere l’annullamento dell’attuale stagione".
E spiega: "Il 40 per cento delle società di terza serie rischia di scomparire. Il 3 aprile ci sarà un’assemblea generale e si dibatterà di un’unica cosa: la volontà da parte di tutti i club di Serie C di presentare una richiesta per la chiusura del campionato. È impensabile – osserva Lo Monaco - continuare una stagione che per la Serie C vuol dire essere già fuori da ogni logica. Questo, di conseguenza, comporterà l’annullamento del campionato, la sospensione degli emolumenti, la possibilità per alcuni giocatori di entrare in cassa integrazione, le tasse bloccate e anche la restituzione delle fideiussioni".
E conclude: "C’è da valutare infine la posizione di Reggina, Monza e Vicenza e le soluzioni che si possono prendere".
Subito dopo, Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ad Avvenire ha commentato le ultime novità nel calcio di Serie C: “Per ciascuno di questi scenari è stato stimato un impatto economico derivante da eventi diretti certi, come ad esempio il mancato incasso da botteghino, ed eventi probabili tipo la “fuga” delle proprietà”.
Poi, ancora: “Ogni presidente dei nostri club ha una società madre che gli serve per finanziare quella di calcio. Trovandosi a un bivio, è ovvio che di necessità dovrà fare virtù e salverà la prima, l'utile, quella che dà risorse alla propria famiglia, ai dipendenti, agli operai, lasciando andare la squadra del cuore, il dilettevole”.
E chiarisce: "Siamo stati l’unica Lega che ha stimato i danni, quelli più pesanti, per la stagione 2020-2021. La stima dell’impatto è stata calcolata sulla base del verificarsi di tre differenti scenari che ovviamente dipendono del protrarsi nel tempo della pandemia. Il primo: campionato che riprende a "porte aperte", nel quale si prevede la conclusione della stagione in corso e la disputa dei play-off e dei play-out. Il secondo scenario è quello a "porte chiuse", con conclusione della stagione in corso. Infine, il terzo, la peggiore delle ipotesi: “stop al campionato”, termine anticipato del campionato in corso e ripresa delle partite, a porte chiuse, per i primi due mesi della prossima stagione".
Dichiarazioni che incrociano quelle di Andrea Esposito: "Oggi il calcio passa in secondo piano, il pensiero è chiaro: ci hanno detto che la proroga sarebbe durata fino al 3 aprile, adesso sembra il 18 ma non credo si stia registrando un miglioramento".
L’esperto difensore etneo aggiunge: “Ci sono molte famiglie ed imprenditori in difficoltà, per cui il calcio in questo momento passa in secondo piano. In cuor nostro speriamo che si riprenda al più presto per portare a termine nel migliore dei modi il campionato. Chiuderlo adesso sarebbe un dramma”.
Dal canto suo, l’allenatore del Monopoli, Giuseppe Scienza, ha evidenziato su Tuttomercatoweb: "I problemi sono quelli della sanità, ed è la prima cosa, e il mondo del calcio è stato sensibile a questo. Ho però sentito parlare troppo poco tutti i fenomeni che sui social si permettono di giudicare, parlare e offendere, ma non ho sentito parlare della famiglia Agnelli che invece ha fatto una donazione straordinaria, come l'hanno fatta Zhang, Berlusconi, Totti e tanti altri calciatori famosi, che tante squadre si sono tassate per aiutare ospedali e città. Con loro molti sportivi e gente del mondo dello spettacolo, che hanno fatto la loro parte".
Nel tardo pomeriggio, Daniele Flammia, amministratore delegato del Potenza, ai microfoni di TuttoC ha analizzato l’attuale situazione economica della terza serie: "Il nostro presidente Caiata è impegnato su tre fronti: imprenditoriale, politico e sportivo. Ci sentiamo quotidianamente, sta combattendo per far sì che le società di Serie C non vadano in crisi. Serve un accordo tra tutte le parti in causa per salvare la categoria, c'è poco da fare. È impossibile chiedere ai presidenti di mettere mano al portafogli senza alcun introito per 3-4 mesi".
E conclude: "D’altro canto, ci sono tanti giocatori che non guadagnano milioni di euro ma uno stipendio normale. Resto fiducioso perché in C ci sono grandi dirigenti e grandi presidenti".
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