di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Il Catanzaro prepara una sfida importante per domenica prossima e lo fa consapevole della sua difficoltà. Lo sa il mister e anche il direttore sportivo che proprio ieri ha ribadito che “in questo momento non poteva capitare avversario peggiore”.
La Cavese viene da un brutto periodo ed è ultima in classifica. La Società ha rimosso l’allenatore e al suo posto ha ingaggiato Vincenzo Maiuri che si è presentato voglioso di ripartire alla grande.
“Per me è un motivo d’orgoglio essere l’allenatore della Cavese – ha esordito il tecnico milanese - . Ringrazio la società per avermi scelto in un momento difficile come questo. Conto di poter fare bene con l’aiuto di una società lungimirante che ha una progettualità importante, una squadra che ha una voglia di riscatto ed anche con l’affetto di una piazza che è una tra le più importanti del sud Italia. I ragazzi vogliono tirarsi fuori dalla situazione. Non è un’opportunità per me stesso ma per il bene della Cavese”.
Queste le motivazioni di un allenatore e di un gruppo che arrivano a Catanzaro con il coltello tra i denti per fare risultato. I biancoblu vengono da due sconfitte casalinghe consecutive che, sommate alle precedenti, fanno sette. Nelle altre tre gare hanno vinto una sola volta e pareggiato due, per un totale di soli 5 punti in classica in 10 gare disputate.
D’altra parte, troverà un Catanzaro carico a mille che non intende lasciare punti per strada e vuole a tutti i costi confermare quanto di buono visto in queste ultime 3 partite.
Gruppo rinsaldato, voglia, carattere, grinta ma soprattutto trame di gioco a tratti interessanti che fanno ben sperare per il futuro. Il Catanzaro di Calabro inizia a prendere le forme del suo trainer e vuole stare agganciato al treno delle prime.
Questo è l’obiettivo della Società che è venuta fuori quasi miracolosamente da un momento molto difficile in cui davvero poteva crollare tutto. E invece no.
La proprietà ha dato fiducia alla dirigenza che ha fatto quadrato intorno al mister e insieme hanno superato alla grande un brutto momento facendo punti e prestazioni degne di nota.
Il gruppo si è stretto intorno al mister e ha tolto fuori gli attributi dimostrando serietà professionale e voglia di fare.
Così la partita di domenica sarà un ulteriore banco di prova per dimostrare dove può arrivare questo Catanzaro esperto, le cui potenzialità sono ancora tutte da esplorare.
Notiziario allenamento pomeridiano al Federale per Corapi e compagni che hanno recuperato Urso. Il centrocampista si è unito al gruppo dopo oltre un mese di stop provocato dall’ennesimo infortunio.
Il mister ha continuato a battere molto sul concetto di gruppo e di squadra e a lavorare per migliorare l’aspetto psicologico.
Precedenti 11 pareggi, e 4 vittorie e a testa è il bilancio delle sfide tra Catanzaro e Cavese. A Ceravolo le Aquile si sono imposte 3 volte, pareggiato due e perso una.
L’unica sconfitta casalinga risale a 19 anni fa in una giornata passata alla storia per un’aggressione in stile sudamericano all’arbitro Vicinanza di Albenga dopo una direzione assolutamente discutibile che fece andare su tutte le furie la tifoseria.
Dopo il vantaggio di Terrevoli il direttore di gara assegno due rigori molto dubbi alla formazione ospite che passò in vantaggio. Il Catanzaro ebbe la capacità d pareggiare i conti nel finale ma l’arbitro annullò la marcatura.
Fu a quel punto che si scatenò la rabbia dei tifosi che sfociò in un’aggressione fisica alla terna arbitrale che solo grazie all’aiuto delle forze dell’ordine riuscì a guadagnare gli spogliatoi. L’avvenimento finì sotto i riflettori nazionali suscitando sdegno e indignazione. Le conseguenze legali per i responsabili furono pesanti.
L’anno precedente, un petardo lanciato dagli spalti ed esploso nei pressi di un calciatore ospite provocò punti di penalizzazione al Catanzaro.
Qualche anno prima, la trasferta dei campani in Curva Est rimase impressa per una prestazione canora da incorniciare, malgrado il passivo pensante.
Negli anni Ottanta, a Cava de' Tirreni, la trasferta dei supporters giallorossi si trasformò in una vera battaglia con la tifoseria locale.
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