di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Brucia ancora tanto, tantissimo la capitolazione di Padova e in città si respira un'area di grande amarezza per quello che poteva essere e non è stato. Silenzio tombale.
In pochi minuti si è passati dalla gioia di una finale conquistata con merito alla fine improvvisa, inattesa di una stagione che ha regalato emozioni e speranze concrete di promozione.
In tanti ci credevano, la squadra c'era e se la poteva giocare con tutti, così come contro i forti veneti messi sotto, andata e ritorno.
Così non è stato e si fa grande fatica a mandar giù l'ennesimo boccone amaro. Sguardi cupi per le strade del capoluogo e volti lunghi fanno da cornice ad un epilogo inaccettabile dei play-off dove l'arbitro Daniele Rutella c'ha messo del suo per buttar fuori il Catanzaro.
Perchè è bene sottolinearlo: due scelte arbitrali a dir poco discutibili su entrambi i gol lasciano il segno ad un match giocato alla grande dai giallorossi che forse pagano qualche peccato originale e non godono di gran simpatia nei palazzi che contano.
E' una sensazione condivisa da molti che sono ormai stufi delle direzioni arbitrali consumate nel corso della stagione e non ultimo per quella di Rutella di Enna che deturpa la gara dell'Euganeo arrecando un danno serio a società e tifosi.
Intanto, dai profili personali social diversi calciatori del Catanzaro esprimono amarezza per l'eliminazione dai play-off.
E così, il sodalizio giallorosso si ritrova nuovamente in Serie C a dover ricostruire, consolidare, rinforzare una squadra che deve vincere il campionato per evitare la terribile lotteria dei play-off.
Sullo sfondo, una grandissima tifoseria che si presenta a Padova in piena forma, 2mila tifosi caldi, caldissimi, disposti a tutto pur di sostenere le Aquile dal vivo.
Nel settore ospiti, anche una quarantina di supporters bresciani giunti Padova con lo striscione lungo "Curva Nord Brescia" per stare accanto ai gemellati della "Curva Massimo Capraro"
Arrivano anche dalla Germania, dalla vicina Svizzera per vedere giocare Martinelli e compagni. Ma c'è anche un sostenitore vicentino che definisce la tifoseria organizzata giallorossa "tra le più belle realtà del Sud".
Insomma, un vero spettacolo di colori e sentimenti, segno di una piazza importante, storica, che merita la promozione in Serie B.
Intanto, bocche cucite a via Gioacchino da Fiore dove il ds Alfio Pelliccioni ha le valigie in mano in direzione Monopoli. Finisce qui la sua esperienza in giallorosso, un anno dopo quella di Massimo Cerri.
Il Dg Diego Foresti pare restare in sella accanto alla famiglia Noto che non si arrende e vuole riprovarci. E già si ragiona sul futuro e ci s'interroga sul da farsi.
Per il successore al ruolo di direttore sportivo circolano tanti nomi ma ancora è presto per sapere.
Salta fuori l'ex ds del Crotone Peppe Ursino, ma lui nega alcun tipo di contatto con la dirigenza giallorossa, così come l'ex difensore del Catanzaro Ivano Pastore, che ha lavorato già con Trapani, Rimini, Viterbese, Benevento ed altre.
Più concreta l'ipotesi di Massimo Bava, responsabile tecnico del settore giovanile del Torino, di cui ricopre per una paio di stagioni anche anche quello di responsabile per la prima squadra.
Buoni rapporti di conoscenza con il presidente Noto con il quale scambia pareri e opinioni da diversi anni.
Il dirigente torinese si dichiara "lusingato della stima" ma non si sbilancia, essendo sotto contratto con i granata fino al 30 giugno.
Senza dubbio molto ambiziosa la pista che conduce a Daniele Faggiano, direttore sportivo della Sampdoria, presente al Ceravolo, in occasione della gara con il Padova.
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