Us Catanzaro, la moglie di Fabrizio Ferrigno ringrazia la città

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  06 gennaio 2022 19:36

di CARLO TALARICO 

Sono sempre tante le parole fatte che si perdono nel vuoto non arrivando alla concreta realizzazione, nonostante impegni presi, anche pubblicamente. Nella vita come nello sport, alle promesse non sempre seguono i fatti. Con relative eccezioni, ovviamente. Tra queste una è da raccontare, arrivata in punta di piedi dalla comunità sportiva calcistica che non dimentica i suoi “eroi”, quelli tragicamentepiegati dalla sfortuna, stando vicino a chi rimane.

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Riavvolgiamo il nastro che, in questa storia solidale, lega la realtà  di Catanzaro a quella di Catania. Dunque, a fine settembre scorso, presso il teatro Politeama del Capoluogo calabrese, ha avuto luogo la prima edizione del premio sportivo dedicato al compianto capitano giallorosso Fabrizio Ferrigno. Nel corso di quel pomeriggio si sono ritrovati tanti ex compagni di squadra, in un delicato mix di emozioni, ricordi vivi e voglia di fare cose concrete, evento voluto dalla dirigenza dell’epoca costituita da Claudio Parente e Massimo Poggi. Il Catanzaro 2003/’04 , quello della storica promozione in serie B, si è dunque  nuovamente unito nel nome dell’ex capitano, percorrendo mezza Italia ed è stato rappresentato da Marco Ciardiello, Ivano Pastore, Nicola Ascoli, Mario Alfieri, Giovanni Caterino, Giorgio Corona e Pasquale Logiudice, stretti attorno alla famiglia Ferrigno rappresentata dalla compagna Giovanna e da tre (Simone, Sara e Marta) dei quattro figli (Asia era assente) per ricordare un ragazzo, un Uomo, un calciatore che tanto ha regalato al calcio non soltanto giallorosso.

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Diversi i premi attribuiti quella sera, altrettante le promesse di vicinanza alla famiglia che, una volta tanto, non sono finiti nel dimenticatoio delle parole e, a distanza di pochi mesi, ovvero poco prima di Natale, hanno visto puntuale realizzazione con l’attribuzione da parte della dirigenza dell’epoca di una borsa di studio ai figli del compianto “sindaco” Fabrizio Ferrigno. La notizia, reperita assolutamente per caso, è di quelle che possono passare inosservate nelle redazioni, anche se merita di essere raccontata. La parola non può che andare alla dolce metà di Fabrizio Ferrigno, Giovanna: “Grazie alla fede ho trovato la pace per poter andare avanti, sapendo che Fabrizio è in Cielo e questo mi dà forza in ogni cosa che faccio, ma più passa il tempo e più la sua assenza si avverte. Il pomeriggio a Catanzaro per il premio – continua – è stata un’emozione continua, fino ad allora non avevo rivisto ivideo e hanno avuto un impatto forteCon Fabrizio abbiamo scoperto nel 2014 la leucemia e abbiamo combattuto anche grazie al percorso di fede che abbiamo fatto insieme. Ricordo i suoi 65 giorni in ospedale prima del trapasso, in quel periodo non ho visto i miei figli, cosa che non era mai successa prima. Mi sono abbandonata a lui nel periodo più duro.

Giovanna Ferrigno, spiega poi l’origine della sua forza nell’affrontare le situazioni: Mi sono avvicinata alla fede sin dal 2007, per un male che aveva mio padre e da quel giorno ho trovato una perseveranza nel fare le cose che solo dall’alto poteva arrivare e sono rinata quando ci sono da affrontare i problemi. Nel tempo ho trovato forza anche grazie ai pellegrinaggi a Medjugorje. Le prove quotidiane che chiamano la signora Ferrigno a gestire la quotidianità dei quattro figli, riportano all’attualità ed ai ringraziamenti, non di rito: “E’ stata concessa una borsa di studio ai nostri figli e ringrazio i presidenti Poggi e Parente, sono stati veramente molto sensibili, in quella circostanza ho rivisto tantissime persone come il suo procuratore Gianni Prete, Pasquale Logiudice e tutti i compagni di squadra, è stato un ritorno particolare quello a Catanzaro dove eravamo stati benissimo, vivevamo a Soverato e poi questa terra è rimasta dentro me”.

Il futuro è orientato verso la crescita dei quattro figli: “La borsa di studio aiuterà i ragazzi negli studi, scuola e università. Devo dire però che non ce la farei a vedere mio figlio Simone, ancora piccolo anche se gioca bene, andare via di casa per il calcio. Fabrizio mi diceva che era molto forte e che faceva delle cose che lui non era in grado di fare alla sua età, pur non facendoglielo mai sapere.  Simone gioca nel Calcio Catania, luogo in cui viviamo, ma ora l’attività giovanile si è fermata per le situazioni societarie. Ho visto Simone molto emozionato nel vedere i filmati del padre, io avevo un grosso nodo alla gola nel rivederlo.

Parole che vanno dritte al cuore, fanno capire quanto serva stringere i denti andando avanti nel proprio percorso, fatto non solo di ricordi struggenti ma anche di tanta solidarietà che richiama i valori di sempre. Quella che si fa e non si dice, ma va fatta conoscere per iniziarne di nuove.

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