"Uso ed abuso della Cassa integrazione per covid-19 nella forestazione". Domani a Catanzaro la manifestazione di Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila Uil

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Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil

Domani mattina alle 10, davanti alla sede di Calabria Verde

  22 marzo 2021 18:39

"Nel quadro più generale degli “USI IMPROPRI” che in taluni casi caratterizzano il ricorso agli ammortizzatori sociali per COVID-19, previsti dalle varie norme emanate per far fronte alla crisi, ne segnaliamo uno che segna pesantemente il settore della forestazione per il contrasto al dissesto idrogeologico, che, come è noto è finanziato con risorse di Stato e Regione. Più che la lotta al dissesto idrogeologico, però, da tempo alla Regione Calabria pare proprio interessare prioritariamente il fare cassa con qualunque espediente, anche quelli “borderline”. Da marzo 2020, infatti, centinaia di operai idraulico-forestali della provincia di Cosenza sono stati collocati in cassa integrazione per Covid-19 per oltre 5 mesi, di cui 3 con pagamento diretto da parte dell’Inps. Una condizione che oltre a comportare procedure farraginose e tempi lunghi nei pagamenti determina una perdita di reddito molto pesante per i lavoratori con decurtazioni che arrivano al 40%".

E' quanto si legge in una nota congiunta a firma di FAI CISL, Pisani, FLAI CGIL, Nicoletti e Lanciano e UILA UIL, De Gregorio.

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"Quali sono le reali ragioni di un ricorso così massivo ed inopportuno della cassa integrazione per gli operai idraulico forestali imposta dalla Regione Calabria? La motivazione di fondo - spiegano - è quella che non ci sarebbero le sufficienti coperture finanziarie ordinarie e si cercherebbe così di far quadrare i conti ricorrendo alla cassa integrazione e scaricando sulla spesa pubblica una parte consistente del costo. Noi riteniamo, invece, tale motivazione pericolosa e infondata. Pericolosa perché sminuisce la lotta al dissesto idrogeologico e tutte le attività ad essa funzionali. Infondata perché negli ultimi 4/5 anni il numero degli addetti alla forestazione è drasticamente diminuito per ragioni anagrafiche. Nonostante questo, la regione Calabria, continua ad accreditare questa tesi, che ha già impedito, con il precedente Governo Regionale, il rinnovo del Contratto Integrativo dopo ben due anni di trattative e continua con l’attuale Giunta Regionale attraverso il ricorso strumentale ed immotivato alla cassa integrazione per COVID-19 con pagamento diretto a carico dell’Inps. Una vicenda con molte ombre sulla quale qualcuno dovrà prima o poi dovrà dare conto".

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"Noi diciamo NO a questo modo di fare, diciamo NO all’uso improprio e strumentale degli ammortizzatori sociali sulla base di presunti contagi e quarantene per COVID-19 tra i lavoratori che sono semplicemente risibili per numero in rapporto al territorio di cui devono occuparsi! Certo che se l’andamento epidemiologico dovesse impennarsi nel prossimo futuro il ricorso a tutte le forme di tutele della salute dei lavoratori, sarebbe più che legittima e giustificata. Il sindacato regionale di categoria, sull’argomento, ha sempre espresso riserve e contrarietà, non di meno le oo.ss. Flai, Fai e Uila della provincia di Cosenza, ribadiscono la loro contrarietà. Siamo pronti a tutte le iniziative possibili, - concludono - anche quella di valutare i presupposti per un ricorso al TAR".

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In merito a quanto dichiarano sulla nota le sigle sindacali Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila Uil hanno organizzato per domani mattina alle ore 10, una manifestazione di protesta a Catanzaro davanti alla sede di Calabria Verde, in Viale Lucrezia della Valle, 34.

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