Centinaia le pec inviate dal personale appartenente alla Polizia di Stato aventi ad oggetto la richiesta di ostensione della prescrizione medica finalizzata alla sottoposizione al trattamento vaccinale da Covid 19 ai sensi dell’articolo 4 ter del D.L. n. 44/2021, sollecitata dal Cosap all'Agenzia italiana del farmaco. A tal punto da rendere disponibile sul proprio sito un modello gratuito da utilizzare al fine di contrapporsi ad eventuali misure vaccinali obbligatorie.
"Tali richieste- scrive l'Aifa - tutte di identico contenuto, non sono fondate né dal punto di vista regolatorioné dal punto di vista scientifico poiché i vaccini autorizzati alla immissione in commercio per il trattamento dell’epidemia da Covid 19 sono medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa (RRL), ai sensi dell’art. 91 del d.lgs. n. 219/2006, ossia sono medicinali “la cui prescrizione o la cui utilizzazione è limitata a taluni medici o a taluni ambienti”. Infatti, come riportato nelle relative determine AIFA, si tratta di medicinali “da utilizzare esclusivamente presso le strutture identificate sulla base dei piani vaccinali o di specifiche strategie messe a punto dalle regioni”.
"Pertanto - scrive ancora Aifa - tale condizione (RRL) è riferita al solo impiego dei vaccini presso le strutture vaccinali e la loro distribuzione è effettuata dalla Struttura Commissariale. Si rappresenta, inoltre, che l’invio massivo di tali richieste ha intasato le caselle di posta certificata dell’Agenzia, causando notevoli problemi al funzionamento dei sistemi informativi,
oltre a disfunzioni organizzative per le strutture coinvolte".
E non si è fatta attendere la risposta del Cosap. "Le tantissime e-mail rappresentano evidentemente quella cartina al tornasole di legittimi dubbi e richieste connesse alla campagna vaccinale cui sono obbligati i poliziotti pur di conservare il diritto al lavoro, ex D.L. 44/2021. Ricordiamo ad AIFA che ogni singolo poliziotto ha il diritto a ricevere singola risposta alla propria e-mail". Una risposta alla quale il Cosap ha allegato il commento all’uopo redatto dall’Avv. DDR HOLZEISEN Renate.
"L’AIFA, anziché rispondere alle più che legittime richieste di ostensione di documentazione inviate anche alle rispettive Aziende Sanitarie Locali da parte di cittadini appartenenti alle categorie professionali (insegnanti, sanitari, membri del comparto difesa, sicurezza ecc.) sottoposti ad un incostituzionale obbligo di trattamento con delle sostanze di fatto ancora in fase sperimentale (vedasi l’esempio di una di tale richieste in allegato), si rivolge al Ministero dell’Interno lamentandosi dell’intasamento delle sue caselle pec e fornendo, comunque, una notizia importante. Infatti, l’AIFA stessa conferma nella sua Nota al Ministero dell’Interno che le quattro
sostanze attualmente autorizzate in via solo condizionata per l’immissione sul mercato, denominate “vaccini”-Covid-19 (Comirnaty di Pfizer/BioNTech, Spikevax di Moderna, Vaxzevria di AstraZeneca e Janssen di Johnson & Johnson) sono state classificate dalla stessa AIFA come farmaci per i quali serve una prescrizione medica". E' solo un passaggio del lungo commento dell'avvocato dove si legge tra l'altro "che queste sostanze si trovano ancora in uno stadio sperimentale. Allo stato, infatti, non è confermata né l’efficacia né la sicurezza".
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