di PAOLO CRISTOFARO
Le fiamme si sono alzate improvvisamente, all'alba del 29 novembre, nel cortile di Giovanni Bruno, vicesindaco del Comune di Vallefiorita, che di professione fa l'infermiere. La sua auto è stata distrutta. Un vile atto intimidatorio il cui movente appare ancora poco chiaro e che forse potrebbe ricondursi a motivazioni legate alla gestione amministrativa. Oggi si è tenuto in paese il consiglio comunale nel quale, oltre alle pratiche previste, non potevano mancare interventi sulla vicenda. Le fiamme hanno minacciato di distruggere anche casa sua, dove quella notte c'era la moglie, dato che il vicesindaco era fuori regione per altri impegni. La paura, poi i vicini che si sono prodigati per domare le fiamme. Infine l'arrivo dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri. In consiglio oggi ha preso la parola Rocco Mungo, capogruppo dell'area di maggioranza, aprendo i lavori con un discorso di solidarietà al collega.
"Come amministratori dobbiamo prendere l'impegno collettivo e condiviso affinché queste situazioni non vengano né accettate né strumentalizzate", ha sottolineato Mungo. "Questo gesto vile va condannato, perché non è un bel segnale. Un segnale che non accettiamo e non lasciamo passare alla leggera", ha continuato. "La nostra è una comunità che vuole distanziarsi da un passato che tutti conosciamo, per mostrare ciò che effettivamente è. Un paese che vuole partecipare alla costruzione del futuro con esempi positivi e rimanendo in ambito pienamente democratico. La nostra è una comunità virtuosa, che fa della fatica e del lavoro il suo modello di vita. Esprimo tutta la solidarietà al vicesindaco Giovanni Bruno, che oltretutto in ogni elezione in cui si è candidato è sempre stato il più votato dalla comunità per il suo impegno", ha spiegato.
"Quando mi hanno telefonato per comunicarmi il fatto ero incredulo", riferisce a "La Nuova Calabria" il vicesindaco Giovanni Bruno. "Mia moglie era da sola a casa perché ero fuori regione, potete immaginare l'ansia del momento di notte", ci spiega, aggiungendo di aver chiesto, in quegli attimi concitati, alla collega Cutullè, presidente del consiglio comunale, di accorrere a casa sua. Solidarietà piena anche dal sindaco, Salvatore Megna. "In questi due giorni sono stato un po' a fianco a Gianni. Ho visto la vicinanza nei confronti del vicesindaco da parte della comunità", ha detto il primo cittadino. "Non posso che invitarlo a continuare a lavorare come ha sempre fatto. Qui non siamo a fare gli interessi di parte, ma a gestire la cosa pubblica. L'invito verso tutti i consiglieri è quello di lavorare sempre per la comunità e di essere a disposizione dei cittadini che ci hanno dato il mandato", spiega. Emilia Cutullè, presidente dell'assise comunale, ha dichiarato: "Ci indigna questo gesto fatto a Giovanni che è come se fosse rivolto a tutti noi, prima come cittadini poi come amministratori".
Il consiglio è proseguito poi con i soli due punti all'ordine del giorno. L'approvazione di un regolamento per la palestra della scuola da mettere a disposizione in orari extrascolastici. Nodo già affrontato nel consiglio precedente dove si è deciso di rimandarlo su richiesta dell'opposizione, che tuttavia ha nuovamente deciso di astenersi dal votarlo. Si è poi discusso di una variazione di bilancio per maggiori entrate dovute a finanziamenti importanti ottenuti dall'Ente. Anche su questo punto, i consiglieri di minoranza presenti hanno espresso contrarietà. Assente dalla riunione il consigliere d'opposizione Enzo Bruno. Sulla vicenda che ha coinvolto il vicesindaco la minoranza non si è espressa.
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