Si conclude oggi, assieme alle celebrazioni per il Santo patrono di Catanzaro, la mostra “Velluto & Vitaliano. Un omaggio al Santo e alla città”, promossa dal Comune del capoluogo di regione e curata da Sarah Procopio, storica e archivista.
Nei tre giorni di esposizione all’interno delle sale dell’Archivio storico comunale “Emilia Zinzi”, la mostra ha attirato oltre duecento visitatori: punto focale è stato, senza dubbio, il Libro Rosso dell’Universitas di Catanzaro, la preziosa raccolta di documenti che illustrano la vita della città dei Tre Colli dal Medioevo fino all’Età moderna conservata alla biblioteca comunale “De Nobili”, che per la prima volta nella sua storia è stato esposto al pubblico.
«La mostra è un percorso a ritroso tra i secoli pensato per condurre il visitatore alla scoperta dell’importanza dell’arte serica in città attraverso documenti d’archivio, contributi storiografici e manufatti tessili che mettono in evidenza il rapporto tra la città, il velluto e San Vitaliano.
«Il Libro Rosso – spiega la curatrice - rappresenta una delle testimonianze più preziose della storia di Catanzaro nel panorama documentario di tutta l'Italia meridionale. È un volume straordinario perché ci permette di indagare quelli che erano gli usi e costumi della società catanzarese tra il Medioevo e i primi del Settecento. Ed è proprio tra le sue pagine che troviamo testimonianza di una importante richiesta fatta dalla città al sovrano Carlo V. quando, agli inizi del Cinquecento, l'Universitas di Catanzaro chiede di avere, al pari di Napoli, il Consolato dell'Arte della Seta. La risposta positiva del sovrano la ritroviamo in una pergamena del 1519 conservata al Museo Marca. Ulteriore ancor più importante testimonianza rispetto a questa concessione sono gli Statuti dell'arte della Seta del 1569, conservati oggi presso i locali della Camera di Commercio di Catanzaro. Essi rappresentano una fonte preziosissima per indagare la organizzazione dell'Arte della Seta di Catanzaro, la quale, non appena istituita, scelse come sua cappella della corporazione proprio quella del Santo patrono, la cappella di San Vitaliano,all'interno della Cattedrale. L'Arte della Seta, come testimoniano altri documenti, era proprio la corporazione più importante nella città, e questo ci illumina rispetto alla scelta di stabilirsi proprio all'interno della cappella del Santo patrono. Questo episodio ci permette quindi di ricollegare due elementi identitari di Catanzaro: da una parte il Velluto e dall'altra San Vitaliano, che per secoli hanno caratterizzato la storia della città e che a tutt'oggi noi vogliamo ricordare e vogliamo celebrare».
La mostra è stata inaugurata con una partecipata conversazione che ha visto ospite Elisabetta Raffo, direttrice della Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica. Raffo e Procopio, nei loro interventi, hanno ripercorso la storia della manifattura, dell’arte tessile e dei commerci tra l’area del Mediterraneo e il Medioriente nel Medioevo, inquadrando la produzione serica e tessile catanzarese nell’ampio quadro di interscambi commerciali e culturali del centro del mondo di quell’epoca.
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