La Guardia di Finanza di Treviso ha concluso le indagini nei confronti di un'associazione per delinquere, con base operativa nella Marca, dedita al commercio di autoveicoli usati di provenienza comunitaria, ricostruendo integralmente la frode e confermando le ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato e di falso ideologico.
Il giro d'affari dei 7 indagati, 6 dei quali già arrestati nel novembre 2020, è stato quantificato in 8,5 milioni di euro, con un'evasione Iva di 1,5 mln. Le tre concessionarie trevigiane coinvolte, tra il 2015 e il 2020, hanno venduto oltre 500 auto a clienti attratti dai prezzi competitivi, inducendo gli Uffici della Motorizzazione Civile di Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno, Pordenone, Udine, Bolzano, Latina, Palermo e Catanzaro a credere che l'Iva fosse stata versata in altri Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Belgio), presentando documenti falsi per ottenere l'immatricolazione dei mezzi. Nell'indagine è coinvolta un'agenzia di pratiche auto, con sede nel trevigiano, che ha assistito gli indagati nelle operazioni di immatricolazione dei veicoli, con la consapevolezza che l'Iva non era stata versata all'estero.
I finanzieri hanno inoltre contestato 64 violazioni a clienti e venditori, responsabili di aver pagato le autovetture in contanti oltre la soglia stabilita, con sanzioni che potranno arrivare fino a un massimo di 4.867.000 euro.
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