Ventennale Notre Dame de Paris, Sergio Dragone: "Quando a Catanzaro era il tempo delle cattedrali"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Ventennale Notre Dame de Paris, Sergio Dragone: "Quando a Catanzaro era il tempo delle cattedrali"

  22 febbraio 2022 08:43

di SERGIO DRAGONE

“Vedrà, la stupirà. La musica non è mai stata così spettacolare. E’ qualcosa che non si è mai vista prima”. Le parole di David Zard, pronunciate davanti ad un prosecco al Caffè del Teatro, mi risuonano nelle orecchie dopo venti anni. Tanti ne sono passati da quella scenetta che precedeva di qualche minuto la conferenza stampa di presentazione delle tre serate di Notre Dame de Paris a Catanzaro. Accanto al grande produttore l’instancabile Ruggero Pegna che di Zard è stato giovane discepolo e poi un po' l’erede alle nostre latitudini. D’altronde, la storia di Ruggero era cominciata proprio con Zard nel 1985, con il concerto degli Spandau Ballet allo stadio di Catanzaro. Una follia per un ragazzo poco più che ventenne.

Banner

Zard aveva un fascino particolare. Nato in Libia da una famiglia ebrea, aveva letteralmente inventato l’industria dei mega concerti di musica in Italia, facendo approdare dalle nostre parti giganti come i Rolling Stones, Madonna, Michael Jacson, Bon Dylan, Carlos Santana, Lou Reed, i Genesis. Ricordo i suoi occhi di un azzurro intenso. Era un uomo, come mi spiegò Pegna, che era al tempo stesso pragmatico e visionario. Faceva business, ma era attentissimo alla qualità.

Banner

Quanta emozione nell’apprendere che la grande opera popolare (non chiamatela musical, per piacere) riparte quest’anno con l’edizione del ventennale, tra l’altro con il cast originario, con il ritorno della bravissima (e bellissima) Lola Ponce nel ruolo di Esmeralda. Ci sarà anche Jo Di Tonno, inimitabile nei panni del gobbo Quasimodo. NDDP tornerà anche in Calabria a fine maggio, sempre grazie a Ruggero, anche se non più a Catanzaro, ma al Palacalafiore di Reggio, città che sembra avere ormai soppiantato il Capoluogo nell’organizzazione dei grandi eventi.

Banner

Come dimenticare quelle tre serate di un’estate ventosa all’Arena Magna Graecia? Io l’ho rivisto per tre volte e l’avrei rivisto anche una quarta. Aveva ragione Zard. Un’opera popolare di una spettacolarità incredibile, capace di stupirti ogni sera, poiché non basta una sola visione per entrare nei delicati meccanismi scenografici. Un capolavoro di orologeria registica in cui ognuno dei protagonisti e dei ballerini acrobatici si muove alla perfezione. Le musiche di Riccardo Cocciante, divenute nel tempo dei classici, fanno il resto.

Due parole su Ruggero Pegna, anche per farmi perdonare qualche imprecisione scritta in passato sul mega concerto di Vasco Rossi a Germaneto, evento di cui è stato protagonista assoluto. Ha un carattere difficile, una permalosità eccessiva che nasconde un’intima timidezza, ma è un’autentica forza della natura. Basterebbero solo alcuni nomi degli artisti che è riuscito a portare in Calabria per scriverne la storia di produttore moderno e visionario, un po' come il suo maestro Zard. Cito solo gli stranieri che piacciono a me: oltre agli Spandau Ballet, Sting, Elton John, Tina Turner (c’era anche Fabrizio Frizzi sulle gradinate dello stadio di Catanzaro quella sera), Carlos Santana, Patsy Kensit, Mark Knopler leader dei Dire Strite, i Simple Red, gli Skunk Anansie

Se la Calabria vuole varare una politica dei grandi eventi per attirare nuovi flussi turistici, soprattutto giovanili, non può prescindere dall’esperienza di questo vulcano che, come David Zard, mischia pragmatismo e visione.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner