di ALDO VENTRICI*
"Era la primavera del 2019 quando trapelarono le prime indiscrezioni giornalistiche sulla scoperta di importanti reperti archeologici lungo i cantieri per la costruzione della Metropolitana di superficie di Catanzaro. In particolare l’attenzione era rivolta al cantiere del quartiere Santa Maria dove, per l’attraversamento del centro abitato, si stavano eseguendo scavi per abbassare il livello di posa della linea ferrata al di sotto del piano stradale.
Le voci si rincorrevano entusiaste e, pur con qualche imprecisione sulle epoche storiche – magno greche o ellenistiche - e su altre terminologie utilizzate da non addetti ai lavori per dare conto degli eccezionali ritrovamenti, riferivano che, in più punti del vasto territorio pianeggiante entro cui scorre la Fiumarella, i sondaggi di archeologia preventiva ed alcuni approfondimenti di scavo eseguiti oltre i confini delle aree di cantiere, avessero fatto emergere molteplici testimonianze di notevole interesse storico-archeologico consistenti in ampie evidenze strutturali pertinenti ad edifici, oltre il ritrovamento di oggetti e monete che documentavano, per la prima volta, un esteso e permanente insediamento umano in quei luoghi e, addirittura, predicevano la riscrittura della storia antica della città di Catanzaro e, conseguentemente, di quella della Calabria.
Da allora ne è passato di tempo, troppo a dire il vero, e nonostante le reiterate sollecitazioni a mezzo stampa da parte del mondo della cultura catanzarese, dobbiamo registrare il preoccupante silenzio che è calato sull’intera vicenda.
Non una parola, non un rigo di comunicato stampa è uscito dalle segrete stanze del Segretariato Regionale del Ministero della cultura per la Calabria, né da quelle del Servizio regionale per gli scavi e la tutela del patrimonio archeologico e neppure dalle altre altrettanto ermetiche della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone.
Niente. Nessuna comunicazione ufficiale è ancora stata fornita alla città, né sull’entità dei ritrovamenti e neppure sulla sorte che sarà riservata agli stessi.
Si tratta di un comportamento che non può essere tollerato. E’ per questo che invitiamo i responsabili degli uffici periferici del ministero della cultura, il sindaco di Catanzaro e il presidente della Regione Calabria ad adoperarsi fattivamente e con urgenza per assicurare la tutela, la conservazione e la valorizzazione del notevole patrimonio archeologico venuto alla luce nel territorio di Catanzaro, con ciò evitando che alla città e alla Calabria intera venga arrecato un incalcolabile danno storico-culturale. E li invitiamo, ulteriormente, a voler dare ogni opportuna pubblicità alle azioni che intenderanno intraprendere.
Noi resteremo vigili, perché ci assilla il dubbio che anche questa epocale scoperta - ora che i lavori per la costruzione della Metropolitana di superficie stanno subendo una accelerazione proprio sui siti interessati dagli scavi archeologici - possa subire lo stesso maledetto destino che a Catanzaro è stato riservato, con decine di demolizioni, al suo patrimonio architettonico, storico e culturale, strappando per sempre preziose pagine al grande libro della sua storia.
Anche nel campo della ricerca archeologica Catanzaro ha dovuto subire umiliazioni cocenti. Ricordiamo la frettolosa chiusura delle campagna di scavo in ambito urbano che promettevano interessanti scoperte; ricordiamo l’esilio che è stato imposto ai reperti catanzaresi mandati a rimpinguare i magazzini e ad impreziosire le teche di musei di altre città; ricordiamo la fine imposta alla campagna di scavi sui siti dove doveva sorgere Palazzo degli Itali e dove gli archeologi assicuravano la scoperta di una nuova Pompei.
Questa volta, però, corriamo il rischio di assistere addirittura ad una tombale colata di cemento, questa volta potremmo trovarci al cospetto della più grande fra tutte le distruzioni e cancellazioni subite da Catanzaro, quella che recidendone le radici storiche comprometterebbe in maniera irrimediabile la possibilità di ritrovare le origini della città".
*Presidente Osservatorio per il decoro urbano di Catanzaro
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