di NICOLA SABATINO VENTURA
Tanti esponenti politici e delle istituzioni scrivono, alcuni ripetutamente, sulla vicenda del Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Tutti gli interventi, nei contenuti, si somigliano molto: non bisogna perdere la qualità dei servizi consolidati e riconosciuti quali sicure eccellenze; non bisogna perdere grandi professionalità sanitarie; non bisogna perdere posti di lavoro. Tutti, inoltre, chiedono che la vicenda giudiziaria che ha colpito la clinica, molto grave nell’ipotesi di reato, sia considerata ininfluente rispetto al prosieguo dell’attività sanitaria e ai necessari accrediti. Non so quanto la questione giudiziaria possa essere, di già, mantenuta a sé stante, non possiedo capacità ed elementi per entrare in questo particolare merito, mi limiterò, cosa, nel caso interessato, non da poco, all’aspetto di politica sanitaria che la vicissitudine pone. Mi auguro, ovviamente, che l’inchiesta della magistratura non accerti reati e responsabilità da perseguire.
In questi ultimi mesi di ciclone sulla sanità in Calabria è stato scritto di tutto e di più; se pure da punti di vista diversi, ogni intervento ha ribadito la necessità di voltare profondamente pagina nella gestione e nelle scelte di politica ed organizzazione sanitaria nella regione. Gli esponenti dei partiti politici e delle associazioni politiche che si richiamano alla sinistra e ai progressisti, che in gran parte siedono insieme per ritrovarsi attorno ad un programma e a un candidato alla Presidenza per batterela destra, oggi al governo della Calabria, hanno ribadito l’esigenza di recuperare il ruolo fondamentale del Servizio Sanitario Pubblico. Alcuni hanno chiesto, per rafforzare tale scelta, la nomina a Commissario Straordinario Regionale di Gino Strada, perché sostenitore della sanità pubblica. Molti, giustamente, hanno richiamato l’attenzione sul principio fondamentale sancito dalla Costituzione e dalla legge quadro sulla sanità: la universalità del diritto alla salute, d’assicurare attraverso un servizio pubblico capillare. Altri hanno sostenuto il pensiero di Gino Strada, che bisogna andare al superamento del privato accreditato/convenzionato, anomalia italiana.
Sarà importante, pertanto, voltare pagina contrastando il disegno culturale e politico della destra, che privilegia il privato, soprattutto se finanziato con soldi pubblici, eanche il sistema delle assicurazioni, che tanto piede ha preso negli ultimi anni.
Il disegno della destra è chiaro: il Sistema Sanitario Pubblico dovrà continuare ad esistere, ma offerto soprattutto a chi non può permettersi un sistema “migliore” ma a pagamento. Sono argomenti, in ogni caso, che meritano una riflessione compiuta, che non posso svolgere in questo scritto.
A Catanzaro c’è un’ottima Cardiochirurgia Universitariain località Germaneto, pubblica, diretta con provata qualità dal prof. Pasquale Mastroroberto, come pureun’ottima cardiologia, anche interventistica di valore nazionale, diretta con qualità dal prof. Ciro Indolfi. L’Azienda Ospedaliera ha, con molta qualità, la cardiologia anche interventistica, diretta in questi anni da professionisti sperimentati e di qualità. Sono, questi pregevoli servizi, parte importante della sanità pubblica. Da qui bisogna ripartire per aiutare, valorizzare, potenziare, implementare, se necessario, ciò che già abbiamo e che bisognerebbe adeguatamente promuovere. È su questi servizi di qualità che sarà indispensabile, subito, spostare ulteriori e necessari finanziamenti.
È, allora, doveroso un approccio di grande discontinuitàrispetto a quanto è stato e continua ad essere: facciamo partire da Catanzaro il rinnovamento ed il rilancio del Sistema Sanitario Regionale Pubblico.
Arricchiamo le nostre Cardiologie e cardiochirurgiapubbliche; ad esempio dotandole del servizio di riabilitazione cardiologica: non manderemo più in giro per la Calabria, in strutture private accreditate i pazienti che hanno necessità.
Non è per nulla irrilevante, peraltro, specificare che promuovere e rafforzare la sanità pubblica, come nel caso di specie, costerebbe anche meno alla comunità.
Bisognerà essere rompenti e dirompenti nelle scelte;anche la soluzione occupazionale che riguarda ilpersonale del Sant’Anna Hospital: medico, infermieristico, tecnico (ottimo, di grande competenza e di provata qualità), dovrà trovare determinazione“originale” intelligente, di particolare novità. Percambiare, sarà opportuno procedere rompendo gli schemi. Non dovrà essere perso, dunque, a Catanzaro ein Calabria la professionalità che esprimono i sanitari impegnati, oggi, nella Casa di Cura Sant’Anna, chedovrà essere accolto, chi lo vorrà, nelle strutture pubbliche per continuare la sua egregia attività. Perché dovrebbe perdere il lavoro? Perché la Calabria dovrebbe perdere tanta qualità? D’altronde sono operatori della sanità già pagati, indirettamente, dal finanziamentopubblico: li paghiamo noi tutti.
Bisognerà uscire finalmente dalle ipocrisie e da lacci e lacciuoli oramai fuori tempo; sarà opportuno essere coraggiosi nelle scelte. Si è detto che bisogneràrivoluzionare molto nel non sistema sanitario calabrese:questo è il momento. La vicenda Sant’Anna Hospital ci offre una chiara occasione per misurare la concreta volontà di cambiamento. Il compito principale per avviare una profonda innovazione spetta alla sinistra,che dovrà avere il coraggio e la forza di rompere gli schemi, per rinnovare e innovare profondamente.
La sinistra con un’operazione di verità e proposta politica di robusto spessore, potrà dimostrare ai cittadini,ai pazienti, ai lavoratori del Sant’Anna Hospital che può essere possibile riscattare una grave situazione stando dalla parte giusta, senza mortificare nessuno. Nulla, ovviamente, vieterà la continuità al Sant’Anna Hospital, se chi amministra la Casa di Cura riterrà di proseguire per il servizio che riterrà, nei modi che un’attività privata pura prevede.
Sarà dunque indispensabile avviare una transizione indolore, ma rapida, dall’accreditato/convenzionato in cardiochirurgia, a quello pubblico già esistente, ottimo nelle prestazioni, ma da potenziare soprattutto nella capacità quantitativa.
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