di SABATINO NICOLA VENTURA*
“Il DPCM è un decreto ministeriale del Presidente del Consiglio dei Ministri, che si utilizza soprattutto in emergenza. È uno strumento per affrontare argomenti specialistici, sia particolari che generici. Coinvolge, nella fase di predisposizione, esperti del settore e della materia che affronta. (In questi mesi è stato utilizzato a causa della straordinarietà dovuta al Coronavirus). IL DPCM è dunque un atto eccezionale, che dovrà cessare non appena l’urgenza sarà venuta meno. In un qualche modo esautora momentaneamente il Parlamento; ma giocoforza, in certi frangenti, vedi epidemia, non potrebbe essere diversamente. Un DPCM ha uguale valore, in fase di applicazione, su tutto il territorio nazionale: nessuno può violarlo. Le autonomie locali, e soprattutto le Regioni sono tenute ad applicarlo pienamente nei propri territori. In Calabria si è verificato che un’ordinanza della Presidente della Regione ha stabilito cose diverse e aggiuntive rispetto al DPCM del 26 u.s. concernente le restrizioni d’adottare in Italia per il contenimento del Coronavirus.
Quanto ho scritto è un breve preambolo, non concerne l’argomento che intendo trattare, almeno principalmente, e che riguarda in particolare le ultime esternazioni del Presidente del Consiglio Regionale.
Andiamo ai fatti. In Calabria si verifica che la Presidente della Giunta Regionale, On. Jole Santelli, emette, un po’ di giorni fa, un’ordinanza con la quale si dispone l’apertura di determinate attività commerciali e imprenditoriali, ma anche altre libertà individuali, violando il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Ministro Boccia informato dell’accaduto ha immediatamente provveduto, con diffida, a invitare la Santelli alla revoca del provvedimento contrastante con quello del Governo. La stessa ha però disatteso la diffida del Governo, e il Ministro ha proceduto, non sarebbe stato possibile diversamente, ad impugnare l’ordinanza della Presidente. A tal proposito ritengo opportuno che tutti prendano cognizione dei contenuti della impugnativa governativa.
Il mio intervento è dedicato, come ho detto, alle esternazioni del Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, On. Tallini. Egli mi sollecita alcune considerazioni e valutazioni che vado per argomenti e in modo diretto ad esplicitare. L’ordinanza in argomento è un atto del Presidente della Giunta Regionale, cioè della maggioranza di destra. Il Consiglio Regionale non c’entra nulla; è totalmente estraneo alla vicenda. Il Presidente del Consiglio Regionale, Tallini, con la sua dichiarazione afferente l’ordinanza Santelli ha assunto una posizione chiaramente di parte (espressa solo dall’Esecutivo di Centro/Destra). Il Presidente del Consiglio Regionale, ritengo (istituzione sopra le parti), in quanto tale, ha il “dovere” di non sposare una posizione partigiana.
Il Presidente del Consiglio Regionale, con le sue dichiarazioni, espone l’intera assise regionale, perché sottintende, di fatto, di esserne il comunicatore. In particolare quando si rivolge, da Presidente “super partes”, al Governo nazionale in questi termini: “…rinunci alla prova di forza, all’esibizione muscolare”; “non vada oltre la diffida, altrimenti aprirà un conflitto molto duro non tanto e non solo con la Regione Calabria, quanto con tutto il sistema delle autonomie regionali…”; “…Al ministro per gli affari regionali Boccia, che in queste ore sta parlando irresponsabilmente di un atteggiamento della Calabria ‘ostile al Governo ’ debbo ricordare…”se insisterà sulla linea dura, se cerchierà di introdurre in maniera subdola una forma di “clausola di supremazia” a colpi di ricorsi sappia che non ci faremo piegare e risponderemo con altrettanta fermezza…”
È un intervento che coinvolge senza ombra di dubbio l’intera Regione, e in suo nome reagisce e sfida il Governo. L’intervento, che ritengo non possa fare in qualità di Presidente del Consiglio Regionale, avrebbe potuto tranquillamente esternarlo a titolo personale, quale esponente politico; è un dirigente di Forza Italia e in tale ruolo può liberamente esternare quello che ritiene”.
*già assessore comunale di Catanzaro
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