“Nei corsi e ricorsi storici di vichiana memoria, il tema della Istituzione di un corso di Medicina a Cosenza torna prepotente ad imbattersi nella cronaca politica e amministrativa cittadina. Quasi fosse una casualità, o peggio ancora la conseguenza inevitabile di un destino cinico e baro. E oggi l’indignazione e le recriminazioni a cui si dà sfogo con ogni mezzo, ammattando di campanilismo la gravità dei fatti, ancora una volta rischia di spostare l’attenzione dalle cause e soprattutto dagli effetti di questa possibilità che è già diventata concreta”. E’ quanto afferma il consigliere comunale Stefano Veraldi, del gruppo “Riformisti Avanti”.
“L’Istituzione di un corso di Medicina a Cosenza è semplicemente il frutto dell’inadeguatezza di una classe dirigente che negli anni non ha voluto cogliere i segnali chiari di come a fare le spese della marginalità di Catanzaro, dello svuotamento delle sue funzioni direzionali, sarebbe stata anche l’Università – afferma ancora Veraldi -. Troppe volte considerata avulsa dal contesto cittadino tanto da essere sradicata dal centro storico per essere trasferita, senza servizi adeguati e spinta verso la crescita caotica del quartiere marinaro, è diventata merce di scambio per equilibri politici nazionali”.
“Nel giugno del 2012 era stata la firma un protocollo d’intesa l’Umberto I di Roma ad aprire la strada di fatto all’istituzione dei corsi della facoltà di Medicina nella città di Cosenza. Il suo epilogo? La decisione del Tribunale amministrativo regionale di bocciare il ricorso dell’Università “Magna Graecia” contro l'istituzione dei corsi delle professioni sanitarie da realizzare a Cosenza in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma. Lo denunciava, dieci anni fa, l’allora consigliere comunale, Roberto Guerriero che, raccontando di come politici, amministratori e docenti cosentini si gonfiavano il petto d’orgoglio con le chiavi della facoltà di medicina in tasca, ammoniva: ogni territorio ha la giusta aspirazione a progettare il meglio possibile per la propria comunità, torneranno alla carica, anche con la complicità della competenza della nostra classe politica e dirigente a difendere le prerogative del Capoluogo”.
“La facoltà di Medicina a Catanzaro - consolidata tradizione culturale e, medica - ha saputo creare competenze e professionalità d’eccellenza. Ma è mancata l’autorevolezza delle Istituzioni che avrebbero dovuto sostenerla e farla crescere di portare al servizio di tutta la regione. Abbiamo perso tempo prezioso per difendere le prerogative della città, scontando l’inadeguatezza della rappresentanza catanzarese in Consiglio regionale, che da un anno a questa parte è ancora più risicata. Forse – conclude Veraldi – è arrivato il momento davvero di aprire un confronto serio, senza steccati ideologici, per costruire soluzioni. Il che potrebbe anche voler dire avviare battaglie per l’istituzione di altre facoltà nella nostra città, da ingegneria a lingue. Cambiamo schema di gioco, passiamo all’attacco invece che insistere in difesa: ma dobbiamo muoverci e combattere come una squadra”
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