"La proposta avanzata da Azione Democratica di una fase di “immersione” e di “ascolto” profondo della Città di Catanzaro non deve essere lasciata cadere nel vuoto o nel manieristico rituale che precede o accompagna le fasi congressuali. Non è, mi è parso di capire, il solito tatticismo di maniera; mi è sembrata, al contrario, l’apertura, vera e sincera, al senso civico alto, alla partecipazione dal basso, ad un contributo svincolato da appartenenze o dalla precostituzione di posizioni di rendita funzionale a pochi eletti o a cerchi che magici non sono", lo afferma il già senatore Donato Veraldi.
"Avverto, dall’analisi non epidermica che traspare, la necessità di un percorso originale ed in grado di recuperare l’essenza vera della Politica che manca: il recupero della consonanza piena tra il delegato, rappresentante istituzionale o politico che sia, ed il delegante ovvero il cittadino comune e la capacità, per diretta conseguenza, di indicare le strade migliori per sottrarre la nostra Città ad un inesorabile declino che non viene limitato e/o arrestato dal cambio repentino degli equilibri che si compiono soltanto nelle stanze degli alambicchi, dove si esercitano vecchi maghi o nuovi apprendisti stregoni", ha proseguito Veraldi.
"L’annullamento della speranza e di un orizzonte possibile viene cancellato proprio dalla separatezza tra la vita dentro le istituzioni e quella della agente comune, dei cittadini/utenti di tutti i giorni che non viene colmata neanche dal voto degli elettori nel mentre, fortunatamente, il risveglio delle coscienze viene riattivato, fortunatamente, dal ritorno nelle piazze, dal contatto ,non virtuale e “tastierizzato”, tra le persone, dall’esigenza, ormai diffusa, di fuoriuscire dalle urla e dalla demagogia di chi la “spara” più forte e di ritornare alla concretezza della Politica che nasce dalla conoscenza reale dei problemi e, quindi, di recuperare la sua funzione alta e pedagogica di avanzamento complessivo della società. Io credo che la fase odierna interpella umiltà e capacità di ascoltare attraverso la scelta che mi appare, allo stesso tempo, maledettamente semplice e drammaticamente difficile: far parlare la gente! Questo solo, adesso, dobbiamo fare", ha chiosato Veraldi.
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