Veraldi, Scarpino e Corsi contro Occhiuto: "Una sanità differenziata a danno dell'area centrale della Calabria"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Veraldi, Scarpino e Corsi contro Occhiuto: "Una sanità differenziata a danno dell'area centrale della Calabria"
Palazzo De Nobili a Catanzaro
  18 febbraio 2025 14:47

Di seguito la nota stampa dei consiglieri comunali Stefano Veraldi, Francesco Scarpino e Antonio Corsi. 


"E’ una sanità “differenziata”, con uno sbilanciamento di risorse, fondi e investimenti a beneficio dell’area cosentina, quella che sta realizzando il presidente Roberto Occhiuto, anche e soprattutto nella sua veste di commissario ad acta. Ci dispiace dirlo, ma il sistema sanitario dell’area centrale della Calabria (Catanzaro, Lamezia Terme, Crotone e Vibo Valentia) subisce una non più accettabile discriminazione e deve assorbire continui colpi di mano.

Banner

Il miglioramento della sanità calabrese, che il presidente Occhiuto ha voluto farsi certificare a pagamento da un istituto di ricerca, a Catanzaro non solo non si avverte, ma si registra un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro dei sanitari, dell’organizzazione ospedaliera e quindi dei servizi ai cittadini.

Banner

Catanzaro sta pagando un prezzo altissimo. Intanto, con la complicità dei rettori dell’Umg, ha perso l’esclusività della facoltà di medicina che ora risulta spezzettata sul territorio regionale con una seconda facoltà a Cosenza, una terza a Crotone e prossimamente una quarta a Reggio Calabria.

Banner

Questo “scippo”, programmato da tempo da Occhiuto e dal rettore dell’Unical Leone (che non a caso il presidente della Regione ha tentato di prorogare per due anni con un emendamento al Senato che è stato clamorosamente bocciato), ha nei fatti indebolito – se non addirittura affossato – la nascente Azienda unica “Dulbecco” che, come tutti sanno, stenta a decollare e a dotarsi del secondo pronto soccorso. Anche per responsabilità diretta del management nominato dallo stesso Occhiuto che ora tenta di scaricare sui manager da lui stesso nominati le responsabilità del malfunzionamento delle Aziende. Un cortocircuito che si avverte anche sul territorio, dove a capo dell’azienda sanitaria provinciale catanzarese è stato confermato come commissario una figura che non potrebbe guidare alcun ente sanitario nazionale. Un’anomalia resa possibile dall’inserimento di norma ad hoc all’interno dell’ultima legge regionale omnibus che affligge all’Asp uno stigma illogico solo per ‘comodità’ di nomina.

Anche lo sgambetto (bocciato dalla giurisdizione amministrativa) a una storica clinica privata del capoluogo, è un tassello di questa strategia che vuole spostare verso Cosenza l’asse della sanità e, prossimamente, anche la cardiochirurgia. Non parliamo degli ostacoli che vengono frapposti alle attività delle altre strutture private del Capoluogo e di quelle gestite dal Terzo Settore, a cui viene negato l’accreditamento.

Parliamo delle strutture? Che fine hanno fatto i soldi per il nuovo ospedale di Catanzaro ? Lo diciamo noi, sono stati dirottati al completamento dell’ospedale della Piana di Gioia Tauro e mai “restituiti”, cosa che doveva avvenire con un fantomatico accordo di programma di cui non si ha notizia da mesi.

E non si sa nemmeno dove sono finiti i soldi per trasformare il “Pugliese” in Casa della Salute, anche se questa ipotesi a noi non piace per nulla, perché vorremmo vedere il nostro ospedale di viale Pio X potenziato e non ridotto.

Così come non si ha notizia della Casa di Comunità, finanziata dal PNRR, che doveva entrare in funzione in via Acri.

E’ questo il miracolo della sanità che viene sbandierato dal presidente Occhiuto che prima ha brigato con il governo per farsi nominare commissario ad acta ed oggi esulta per la fine del commissariamento sapendo che comunque sarà sempre e solo lui a comandare.

Altro che certificazione Gimbe. Occhiuto chieda ai catanzaresi (ma anche ai lametini, ai crotonesi, ai vibonesi) se sono soddisfatti di questa “sanità differenziata” che costringe i calabresi ad emigrare sistematicamente verso le strutture del centronord o – viste le interminabili liste di attesa – a ricorrere al privato. Con gli spot e i social non si governa la sanità, ma si fa solo propaganda, sulle spalle dei cittadini".

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner