di CARLO CALLEGARI*
Libertà è un’idea così sublime da sottrarsi pudicamente ad ogni definizione che pretende di precisarne il contenuto. La libertà è un sentimento ineffabile che ci sospinge oltre quel che abbiamo sperimentato verso ciò che la nostra generosità e il nostro coraggio sanno concepire e tentare alla ricerca dell’essenza dell’umano: "Considerate la vostra semenza...”.
La millenaria civiltà europea in tutte le sue conquiste, nell'arte, nella scienza, nelle religioni, nell’etica, nella morale, nel diritto, nella politica e in ogni forma di convivenza, nel suo svolgimento è stata una progressiva realizzazione della Libertà. L'affermarsi del nazionalismo nella seconda metà dell'800, la violenza predatori e razzista dell’imperialismo, l’imporsi di un irrazionalismo fanatico, l’esaltazione della guerra hanno determinato una rottura di civiltà, culminata nei campi di sterminio.
La dignità umana, sancita nelle Costituzioni dei popoli risorti dalla tragedia della guerra, è garanzia dalla barbarie della dittatura sempre incombente, spesso in figure di agitatori apparentemente innocui per l’inconsistenza culturale e politica della loro personalità. Dobbiamo avere per dogma che sempre, sia nei tempi normali sia nei tempi gravi, la libertà non è mai troppa, e che è nell'interesse nostro e della nostra comunità impegnare senza risparmio l'inesauribile fondo del nostro status di cittadini che la Costituzione ci garantisce, permettendoci finanche di irridere spernacchiando le offerte velenosamente interessate di sedicenti salvatori.
*dirigente nazionale del Partito Animalista Italiano
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