Verso il monitoraggio per stabilire il colore della Calabria: in sovraccarico i reparti di area medica, meglio le terapie intensive

di GABRIELE RUBINO

Venerdì sarà il giorno decisivo per il cambio dei colori delle regioni. La Calabria spera nel passaggio dalla zona arancione a quella gialla. La decisione sarà assunta con un'ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo che la Cabina di Regia avrà analizzato gli indicatori del monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità. Alcuni di questi dati è già possibile conoscerli oggi. Infatti, la percentuale dei ricoverati nei reparti di area medica e nelle terapie intensive fanno riferimento alla giornata di martedì della settimana di riferimento.

I TASSI DI OCCUPAZIONE DEI POSTI LETTO DI AREA MEDICA E DI TERAPIA INTENSIVA- Come accaduto la settimana scorsa, si conferma il sovraccarico nei reparti di area medica degli ospedali calabresi con una percentuale di occupazione del 44,3%. La soglia di allerta è pari al 40%. Sotto controllo invece la situazione nelle terapie intensive. In questo caso il tasso di occupazione è al 26%, al di sotto della soglia critica del 30%. I due indicatori sulla pressione nelle strutture ospedaliere sono considerati nella cosiddetta 'valutazione di impatto', che tiene anche conto dei casi positivi over 50 negli ultimi 5 giorni e dei nuovi focolai in Rsa, case di riposo e strutture ospedaliere. Nell'ultimo monitoraggio la 'valutazione di impatto' è stata negativa, ossia 'alta'. Essa, tuttavia è stata stemperata dalla valutazione della probabilità 'bassa'. Le due 'valutazioni' sono mescolate in un algoritmo da cui esce fuori la classificazione complessiva del rischio che, assieme allo scenario di trasmissibilità, è uno dei due elementi che (da Dpcm del 2 marzo tuttora vigente, almeno in questa parte) assegnano le fasce colorate.

SI PARTE DA SCENARIO DI TIPO 1 E RISCHIO MODERATO DA 'CONFERMARE' PER SPERARE NELLA ZONA GIALLA- La Calabria già nella scorsa settimana aveva una situazione da zona gialla: scenario di tipo 1 e classificazione del rischio moderata. Il passaggio non c'è stato perché occorrono due settimane consecutive di valori inferiori alla fascia di appartenenza per allentare le misure restrittive. L'Rt puntuale (si contano i casi sintomatici) dell'ultimo report era a 0,75, con anche il valore maggiore dell'intervallo di confidenza sotto 1. Dunque se si manterranno questi valori nel monitoraggio del venerdì, da lunedì prossimo potrebbero scattare le riaperture come già avvenuto dal 26 aprile in quasi tutte le regioni italiane. 

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