di ENZO COSENTINO
Ricostruire, anzi costruire, un Nuovo Centrosinistra nel Capoluogo non è impresa politica facile. A Catanzaro, ma vale per tutta la regione, la “costante” è stata- e lo è tuttora- marcatamente di centrodestra.
Nel Capoluogo il centrosinistra ha inanellato soprattutto insuccessi elettorali perché è venuto meno l’architrave più importante, il PD. Pd, dunque, partito leader della coalizione per un nuova sinistra? Il Pd può recitare questo ruolo nella misura in cui anche esso al suo interno riuscirà ad appianare le situazioni di criticità che fermentano e che, giocoforza, si ribaltano nella visione più complessiva del centrosinistra.
Nel Pd catanzarese, l’operazione è in corso e viaggia sulla strada del ricambio generazionale, ma senza baypassare le ancora valide esperienze di una classe politica dirigente che nel Pd catanzarese ha scritto un pezzo di storia. Il Partito dem catanzarese di nuova generazione si sta preparando ad una sfida significativa e ineluttabile per insediarsi, con le prossime elezioni, a Palazzo de Nobili per governare la Città. Ci vuole una progettazione nuova di Città, ci vuole un sindaco in grado di coordinare una maggioranza che comunque sarà - come il gioco della politica vuole - composita e per certi versi diversificata. Una diversificazione che però deve restare nell’alveo di un gruppo coeso per avere effetto.
In questi giorni nel Partito dem sta lavorando per individuare (o scegliere?) quale potrebbe essere il candidato ideale per puntare al “trono” di Sindaco a Palazzo de Nobili. Sulla ribalta al momento solo quattro candidati (autocandidatisi, per un atto di amore verso la città, sostengono con enfasi). Da questa “rosa” il coordinamento cittadino dovrebbe tirar fuori il nome. Ma dietro l’angolo vi sono componenti interne al partito che invece premono perché il nome del candidato sindaco salti fuori dalle urne di primarie. Cioè da un voto più generalizzato perché coinvolgerebbe tutti gli iscritti con tessera rinnovata nei termini previsti dal relativo regolamento per il tesseramento.
Nei giorni scorsi si è svolta una prima “audizione” che ha coinvolto due dei quattro candidati attuali: Aldo Casalinuovo e Nicola Fiorita, quest’ultimo leader del movimento “Cambiavento” che è presente nel Consiglio di Palazzo de Nobili e che una candidatura a sindaco è nei suoi “desiderata politici” e per la quale si sente più che pronto. Al punto che affronterà anche una eventuale sfida delle primarie se non dovesse avere la nomination a primo acchitto. Prima della decisione il coordinamento cittadino dovrà sentire altri due candidati volontari: Valerio Donato e Fabio Guerriero. L’incontro avverrà nei prossimi giorni. Forse oggi con convocazione “ad horas”. Completato il giro si avrà la decisione.
Voci in circolazione, comunque, dicono che Valerio Donato è pronto ad un passo indietro. E così le primarie potrebbero essere una partita a tre (più probabile a due in vista di qualche altro “passo indietro”).
Alla decisione del Pd è vincolata la coalizione del “Nuovo Centrosinistra” che collegialmente valuterà politicamente (ed anche elettoralisticamente) se condividere il nome che sarà proposto dal Pd o in caso diverso proporre una tornata di primarie di coalizione. Quindi tutto sospeso per quanto concerne questa “benedetta” scelta del candidato sindaco di Catanzaro.
Tuttavia, come la si volta e la si gira la patata resta bollente. Ma la politica catanzarese di centrosinistra non lavora solo sulla candidatura a sindaco, lavoro più difficile la composizione delle liste. Si parla di almeno sette liste complessivamente da mettere ai nastri di partenza.
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