di GIANPIERO TAVERNITI
Saranno delle festività che ricorderemo tutti, ricorderemo per le difficoltà che tanta gente senza lavoro, senza sostentamento dovranno affrontare, saranno delle festività strane, senza addobbi soliti, con le luminarie più importanti spente, quelle del cuore della gente che nella festa più bella, più importante sarà triste. Non assisteremo a paesini addobbati da tradizionali mercatini, non assisteremo a paesi addobbati e accesi di felicità che le luminarie portano, quell’atmosfera che grandi e piccini vogliono vedere, sentire e per qualche minuto cavalcare in sogni ad occhi aperti che solo la nascita del nostro Signore può darci. Logico, il nostro è un paese laico, accetta il professare di tutte le religioni, ma in questa penisola stordita, da tanti problemi oltre il covid, cerca di riemergere quella cultura derivata dalla chiesa cattolica cristiana che risiede in territorio italico.
Nessuna differenza, nessun preferenza, ma solo essere se stessi nella propria coscienza, nella fede e nell’educazione religiosa donata dalla propria famiglia, ma confermata dalla propria cresima, nella consapevolezza forte della fede. Giusto Lui nasce in una capanna al freddo e al gelo, quelle capanne che tanti paesini in Calabria, riproducevano in bellissimi presepi viventi che quest’anno non ci culleranno la fede , la nostra arte nel realizzarli e la nostra tradizione di proporli puntualmente ogni anno, presepi suggestivi, crudi , fondate su civiltà contadine, con personaggi, animali e pastori veri, che portavano coesione nelle varie comunità. Sono tantissimi i presepi che ogni anno in Calabria venivano creati con passione e fede da diverse comunità, associazioni e tantissime persone comuni che in questo evento davano il massimo fornendo tutto ciò occorrente, solo per ricordarne alcuni, visitati l’anno scorso, possiamo citare Panettieri, S.Giovanni in Fiore, Bovalino Superiore, Coccorino di Joppolo e Gasperina, per tenere una par condicio tra province, presepi incredibilmente veri che ci lasciavano qualche cosa, ci facevano pensare sulle nostre origini, sulla nostra cultura e fede religiosa della nostra gente.
Ritornando al Santo Natale diverso, quest’anno possiamo solo permetterci di viverlo nella massa unione familiare , nel proprio nucleo, nella massima spiritualità del significato del Natale, ritenendoci fortunati di vivere nello stesso comune dei nostri genitori, perché se non saremo baciati dalla Dea fortuna sentimentale, di avere i nostri cari vicini e magari la sfortuna di averli a qualche chilometro in altro comune, per la prima volta nel rispetto delle regole anti Covid di questo governo che ha voluto imporci secondo una responsabilità verso la salute della gente, negando e azzerando la fiducia verso la sua gente, insomma non si è fidato degli italiani, pensando a priori che da queste festività se in piena di libertà di spostamento, potesse incrementare fortemente il numero di contagi.
PERCHE’ nella scorsa stagione estiva, ha aperto tutto e non ha avviato piani di controllo che potessero contenere contagi? Lo ricorderemo per sempre, sarà una macchia incancellabile, impopolare per chi l’ha decisa e che per sempre gli italiani rinfacceranno a questo governo impreparato su tutto che per regalo natalizio ai nostri nonni e anziani, ha regalato un SANTO NATALE senza la loro vita, senza il valore inestimabile dei propri figli e nipoti e se ciò non bastasse senza poter partecipare alla classica e tradizionale SANTA Messa della notte, SANTA della nascita di nostro Signore.
Ognuno di noi ha il dovere cristiano di riscoprire in questo periodo freddo e malato, di riscoprire quel calore interiore di circondarsi del proprio presepe e del proprio albero natalizio, che nella giornata di oggi della Santissima Immacolata Concezione è consuetudine e usanza fissa cominciare a preparare.
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