Vertenza Abramo Costumer Care. Una lavoratrice: "Non ci fanno manifestare davanti alle prefetture"
Jesa Aroma
22 febbraio 2022 15:35di Jesa Aroma*
Sono una dei 1600 dipendenti di quella che un tempo era la più florida azienda del sud, l’ Abramo CC. E parlo a nome di molti dei miei colleghi
Forse molti di voi non sanno che ,da circa due anni quell’azienda, nonostante il duro lavoro di ogni singolo operatore, non naviga in buone acque. Questo non a causa della mancanza del lavoro che, anzi,è sempre stato elargito a piene mani dai committenti, ma a causa di scelte scellerate operate dalla proprietà. Corre voce che ci sia un buco di 82 milioni di euro.
In ogni caso, da oltre due anni, e non a causa della pandemia, i problemi esistevano già prima, i lavoratori non percepiscono più uno stipendio intero. Infatti tra FIS (fondo integrativo salariale) e congelamento dei crediti, i lavoratori, fanno i salti mortali per arrivare a fine mese.
Avanzano dall’azienda il 30% dello stipendio di settembre 2020 l’ intero stipendio di ottobre 2020, la tredicesima del 2020 ai quali si sono aggiunti il 30% di dicembre 2021, gennaio 2022 e febbraio 2022.
Il 21 febbraio sono stati accreditati sui conti dei lavoratori i 5 giorni di gennaio rimasti fuori dal congelamento dei crediti. Quindi , secondo questi signori che banchettano alle loro spalle sfoggiando ,da sempre, lusso a oltranza, la ridicola cifra accreditata sui loro conti in rosso da mesi, dovrebbe bastare per sfamare le famiglie dei lavoratori.
Con quei 38 euro, 70 euro e 130 euro si sono messi la coscienza a posto.
Bravi, un applauso. E intanto, chi gestisce il lavoro, chiede di continuare a dimostrare quanto valgono, chiede di non mollare, di dimostrare ai committenti che sono ancora in grado di far risorgere quell’azienda che, un tempo, era il fiore all’ occhiello della Calabria. Ma come potranno fare a continuare se, a breve, si vedranno tagliare anche la luce e la connessione a internet?
Si, perché da due anni, questi lavoratori, lavorano da casa e, a fronte di uno stipendio che non arriva mai, per andare incontro all’azienda, si sono sobbarcati spese in più che, allo stato attuale, non sanno come pagare.
Questi lavoratori, padri e madri di famiglie in difficoltà, stanchi, stremati, impauriti hanno deciso di scendere in piazza per manifestare tutta la loro sofferenza ma, a quanto pare, gli è stata negata anche l’ autorizzazione a manifestare in maniera pacifica. Perché nei centri storici non si manifesta più. Che tempismo. L’ unico modo per coinvolgere la città di Catanzaro, vista la totale assenza delle istituzioni e il disinteressamento dei cittadini, è stato eliminato. Manifesteranno davanti alla Holding Abramo. Luogo inesistente oramai, ma i sindacati dicono che comunque è un luogo simbolico e, nonostante sia ubicato in un luogo sperduto, avranno ugualmente visibilità.
La stessa visibilità che anche le trasmissioni locali negano. Lo stesso Occhiuto, presidente di una regione della quale non sa nulla, in una di queste trasmissioni condotta dal Sig Polimeni, cade dalle nuvole. Pensate, non sapeva neanche che l’ azienda Abramo impiegasse lavoratori provenienti da tutta la regione e che le tre sedi principali sono ubicate a Catanzaro, Crotone e Montalto. Era a conoscenza solo della realtà crotonese. Che combinazione.
Ma non sarà che tutto questo silenzio dipende dal fatto che il sig Sergio Abramo, fratello dell’ imprenditore fatidico, è il primo cittadino della città?
Perché altrimenti non si capisce come mai, proprio lui, il sindaco, non si sia mai fatto sentire, non abbia mai speso una sola parola a favore di questi lavoratori lasciati soli a combattere per un diritto che gli è stato negato.
Perché altrimenti non si spiega il silenzio di questi mesi da parte di tutti. Eppure stiamo parlando di 1500 famiglie che da mesi vivono con un spada di Damocle sul collo. Possibile che tutto accada nel più assoluto menefreghismo delle istituzioni?
Dove sono i politici che tanto parlano di voler cambiare la nostra regione, le nostre città.
Questi lavoratori, cari signori in giacca e cravatta, stanno continuando a lavorare, anche senza stipendio, perché questa terra maledetta non offre altro. Perché tutti quelli che avrebbero dovuto occuparsene, hanno solo e sempre pensato ai propri subdoli interessi.
Ma i lavoratori hanno, comunque, continuato a produrre, le aziende hanno pagato anche un anticipo le fatture, il DURC è stato sbloccato … dove sono, allora, i soldi dei lavoratori?
Queste persone hanno diritto a risposte concrete. Questi lavoratori hanno il diritto di essere ascoltate e soprattutto hanno il diritto di essere tutelate.
A Crotone tutti i commercianti abbasseranno le saracinesche anche solo per mezz'ora. A Catanzaro ci sarà qualcuno che vorrà far sentire la vicinanza ai lavoratori o ci sarà il silenzio di sempre?
Il 24 febbraio dalle 10:30 tutti i lavoratori manifesteranno davanti alle prefetture di Montalto e Crotone e a Catanzaro, davanti la sede della Holding Abramo SPA.
Spero che la cittadinanza tutta voglia sostenerci.
*dipendente Abramo Costumer Care