Vertenza Abramo Customer Care, i sindacati da Fiorita: "Rischio bomba sociale"

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images Vertenza Abramo Customer Care, i sindacati da Fiorita: "Rischio bomba sociale"

Tim non rinnova le commesse all'azienda e da gennaio circa 500 lavoratori calabresi saranno messi in cassa integrazione

  20 dicembre 2023 12:42

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

“Il rischio di una bomba sociale è imminente e concreto”.

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Lo hanno detto a chiare note questa mattina al sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in stato d’agitazione con due giornate di sciopero dopo la notizia che dall’1 gennaio circa 500 lavoratori calabresi di Abramo Customer Care saranno messi in Cassa integrazione a zero ore.

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“Ebbene sì – afferma Saverio Ranieri, segretario regionale Slc Cgil Calabria -  circa 500 lavoratori distribuiti nelle sedi di Catanzaro, Cosenza e Crotone andranno in Cassa integrazione ma quelli maggiormente impattati saranno i lavoratori di Catanzaro e Cosenza. È una dramma sociale perché molte famiglie sono monoreddito e la cassa integrazione a zero ore vuol dire l’85% sul massimale Inps che significa realmente una cifra inferiore in busta”.

Poi dice: “Crediamo che per fronteggiare una situazione che rischia di sfociare in un dramma sociale abbiamo bisogno che non solo i sindacati siano compatti, ma che ci sia un fronte comune che ci aiuti ad ottenere una proroga di questa commessa per darci il tempo di ragionare su una soluzione a più lunga durata. Due giorni fa siamo stati convocati a livello nazionale da Abramo che ci ha comunicato il non rinnovo della commessa, guarda caso l’ultimo giorno utile”.

Dal canto suo, Pierpaolo Pisano segretario generale Ugl comunicazioni Calabria ribadisce: “L’obiettivo è quello di creare un fronte istituzionale per difendere circa 490 persone, la gran parte con stipendi part-time, dal primo gennaio in cassa integrazione che significa azzeramento della sostenibilità economica. Impegnare le istituzioni su versante rispetto ad una moral suasion sul committente Tim che viene meno ad una responsabilità sociale delle imprese con procedura di vendita aperta e questa azione inevitabilmente inficerebbe l’acquisizione dell’azienda da parte di terzi”.

E infine, Danilo Sivori della segreteria regionale Uilcom Calabria osserva: “Il sindaco ci ha ricevuti tempestivamente e apprezziamo la sua concretezza e ha già preso l’impegno di trattare a breve la vertenza in un consiglio comunale. Saranno chiuse le sedi di Catanzaro e Cosenza e una riduzione della sede di Crotone e poi di Palermo. L’azienda si trova in uno stato amministrazione straordinaria finalizzata alla vendita, di fatto l’unica strada percorribile per salvaguardare gli oltre 1000 dipendenti, ma questa decisione di Tim compromette la possibilità di salvaguardare il futuro dei lavoratori”. 

Presenti all’incontro anche Francesco Canino, coordinatore nazionale Fistel Cisl e Andrea Ranieri Uilcom Uil Calabria segretario generale.

Fiorita: "Accanto ai lavoratori. Pronti a qualsiasi iniziativa per scongiurare Cassa integrazione"

"Sono profondamente turbato e preoccupato per la situazione che si sta sviluppando per i nostri cittadini lavoratori a seguito della decisione di Tim di cessare il contratto con l'Abramo Customer Care. Tale scelta appare come un comportamento irresponsabile che mette in grave pericolo il sostentamento di quasi 500 famiglie, non solo a Catanzaro, ma anche a Cosenza e Crotone. Voglio assicurare ai lavoratori che non sono soli in questa battaglia. Come sindaco- ha detto Fiorita - mi impegno fermamente a stare al loro fianco e a fare tutto ciò che è in mio potere per scongiurare il rischio che queste famiglie finiscano in cassa integrazione a zero ore. Proprio per questo, faccio appello a Tim perché attui, in tempi brevi, una proroga sul contratto. L’altro appello è a tutta la comunità politica di Catanzaro, a prescindere dalle appartenenze politiche, per unirsi in questo momento critico e sostenere i nostri lavoratori. È il momento di mettere da parte le differenze e lavorare insieme per il bene dei nostri cittadini. Non possiamo permettere che le decisioni di un'azienda abbiano un impatto così devastante sulle vite delle persone”.

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