La riflessione controcorrente sulla manifestazione del 18 gennaio
14 gennaio 2020 12:27Vi prego, anzi vi imploro: non fate di Gratteri un nuovo Di Pietro. Non trasformatelo, suo malgrado e contro la sua volontà, in un soggetto politico. Non toglietelo da quella dimensione così lontana e distaccata dalla politica che gli ha consentito di mirare al cuore del potere mafioso. Il compito storico di Gratteri è quello di liberare la Calabria dalla ndrangheta e dall’illegalità, non quello di guidare il riscatto sociale, culturale ed economico della nostra terra, anche se i due temi sono strettamente connessi. Solo se lo avesse voluto, il dottor Gratteri sarebbe stato il candidato ideale alla presidenza della Regione e avrebbe ottenuto – l’ho scritto qualche mese fa su questa testata – l’80 per cento dei consensi. Ma una candidatura politica avrebbe avuto il sapore di una resa. E infatti non c’è stata.
Non entro nel merito delle inchieste condotte dal Procuratore di Catanzaro, se presentino o meno errori, ma se c’è un merito che gli va riconosciuto è quello di avere fatto crollare il mito dell’invincibilità della ndrangheta. La lotta alla più potente organizzazione criminale del pianeta sarà ancora lunga, inutile farsi illusioni, ma la cosa essenziale è avere fatto capire alla gente che si può battere. E nessuno prima di Gratteri lo aveva fatto.
Io credo nella buona fede degli organizzatori della manifestazione del 18 gennaio, ma non sono così certo che renderanno un ottimo servigio alla causa. Intanto, la tempistica. A soli otto giorni dalle elezioni regionali, sarà difficile – nonostante le precauzioni degli organizzatori – non dare un senso politico all’evento. Mi preoccupa ancora di più, anche se l’avevo prevista, la corsa indiscriminata alla partecipazione. Sembra quasi che “esserci” sia uno status symbol. E “non esserci”, al contrario, quasi una forma di complicità con le mafie. Spero che i quattro candidati alla presidenza della Regione adottino una scelta comune, senza la tentazione di fare furbeschi sgambetti l’uno all’altro. Non servirebbe a nulla. Ci vadano tutti e quattro o non ci vada nessuno.
Mi ha fatto impressione, tanto per non rimanere nel vago, l’adesione all’evento di un partito di governo che a livello nazionale inveisce contro la magistratura praticamente ogni giorno.
Saranno 100, mille, diecimila in piazza, non lo sappiamo. Se ho compreso qualcosa della personalità del dottor Gratteri, peraltro senza conoscerlo personalmente, penso che questa manifestazione non sia nelle sue corde. La sua è stata una scelta di vita, mettendo nel conto la solitudine. Sia pure senza simboli e bandiere di partito, quello del 18 sarà comunque un evento “politico”.
Certo il Procuratore non potrà impedire che il sit in si svolga. Nonostante le perplessità che ho espresso, mi auguro anch’io che abbia successo, con una buona partecipazione. Sarebbe gravissimo se all’appuntamento si presentassero in pochi. Chiedo solo agli organizzatori di non tentare di “dipietrizzare” Gratteri, di sostare in silenzio davanti al Palazzo di Giustizia, come si fa davanti ad una Cattedrale. Con rispetto e fiducia.
Sergio Dragone
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