Via D’Amelio, Tulelli: "Non basta ricordare. Ai giovani il compito di continuare la lotta per la giustizia"

di RITA TULELLI

“Via D’Amelio: non basta ricordare. Ai giovani il compito di continuare la lotta per la giustizia”

In qualità di Avvocata e Criminologa sento oggi il dovere di rivolgermi soprattutto a voi, ragazze e ragazzi che non avete vissuto quegli anni bui, ma che siete il cuore pulsante di un’Italia che vuole cambiare. Il 19 luglio 1992, in via D’Amelio, la mafia non ha solo assassinato il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Ha cercato di spegnere un’idea: quella di uno Stato giusto, capace di combattere la corruzione e l’illegalità anche quando queste si annidano nelle pieghe delle istituzioni. Quella strage non è un ricordo lontano. È un monito, una ferita ancora aperta, perché la verità completa su quei fatti non è mai stata davvero raggiunta. Ed è proprio per questo che oggi serve il vostro sguardo critico, la vostra capacità di fare domande scomode, la vostra forza per pretendere giustizia. Studiate, informatevi, non accettate mai verità preconfezionate. La legalità non è una parola astratta: è il risultato di scelte quotidiane, di piccoli e grandi atti di coraggio. Borsellino diceva: “Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.” Io vi dico: usate i vostri strumenti – i social, la scuola, le piazze  per tenere viva quella voce che qualcuno ha provato a zittire con 90 chili di tritolo. Non basta commemorare. Serve agire, ognuno nel proprio ruolo. A voi, giovani, chiedo di trasformare la memoria in azione e di non arretrare mai davanti all’ingiustizia. È questo il più grande tributo che possiamo offrire a chi ha dato la vita per un’Italia più libera.

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