Vibo Capitale del libro. Costanzo (Fare per Catanzaro): “Qui apatia e rassegnazione”

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  08 maggio 2021 21:36

“Auguri a Vibo Valentia, Capitale italiana del libro 2021. Auguri alla Città di Gioia Tauro, nuova sede regionale dell’Agenzia delle Dogante e dei Monopoli. Auguri alla Città di Tropea, borgo più bello d’Italia 2021. Auguri alla Città di Reggio Calabria per i 53 milioni di euro per il grande Museo del Mare. Auguri alla Città di Lamezia Terme per la Città del Cinema voluta dalla Regione. Auguri alla Calabria che merita, alla Calabria che si dà da fare, alla Calabria che si rimbocca le maniche ogni giorno”, lo dice Sergio Costanzo, Fare per Catanzaro.

“E Catanzaro? Non pervenuta. Alla vivacità e all’iniziativa di tante realtà calabresi, corrisponde l’apatia e la rassegnazione di un Capoluogo solo sulla carta, che vive esclusivamente di ricordi, che sta diventando un puntino sulla cartina geografica. Ad un anno dalla fine delle ventennale esperienza di Abramo come sindaco, dobbiamo domandarci in che condizioni lascia una Città che sembra avere perso definitivamente ogni speranza di riscatto e rilancio. Qualche giorno fa sulla stampa l’ex consigliere Roberto Rizza ha denunciato la desertificazione di una Città da cui tutti stanno scappando. Rizza ha parlato di 6 amici che hanno lasciato Catanzaro in questi giorni e di altri 6 che lo faranno tra poco. Sono andato a spulciare i dati dell’Istat e scopro che in soli due anni Catanzaro ha perso più di 1500 residenti, più di 60 persone al mese, che di questo passo porteranno la Città ad essere una Città di soli anziani”. 

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“Ma non perdiamo solo abitanti: perdiamo funzioni, perdiamo posti di lavoro, perdiamo credibilità. Perdiamo funzioni come laSovrintendenza, ci facciamo duplicare da Cosenza la Facoltà di Medicina con il suo silenzio-assenso, perdiamo un’eccellenza come la Cardiochirurgia del Sant’Anna”.

“Abbiamo perso – da dilettanti – la partita per la Direzione Regionale delle Dogane e dei Monopoli che invece si è aggiudicata la città di Gioia Tauro. Perdiamo centinaia di posti di lavoro, non c’è solo il Sant’Anna, c’è anche l’industria di famiglia del sindaco Abramo, alcuni istituti di vigilanza, tante attività commerciali verso la chiusura, per onore del vero anche e soprattutto per colpa del Covid. Chiudono sportelli bancari. Ha chiuso lo storico Bar lanzo. Tutto il tratto a scendere del corso è una triste carrellata di saracinesche abbassate. In questa Città che Abramo lascerà a breve, tutto è chiuso. Il Duomo è chiuso, la Questura è chiusa, la Sala Consiliare del Comune è chiusa, il Porto è chiuso. Non si tratta di luoghi marginali, si tratta di luoghi importanti e simbolici. Catanzaro ha perduto ogni immagine e ogni tipo di attrazione. Viene sbeffeggiata dalle televisioni e sui social. Che rabbia vedere il web invaso dalle barzellette e dalle vignette costruite sull’infelice battuta della signora Gaudio che non voleva venire a Catanzaro! Che rabbia vedere Catanzaro ospite fissa di Striscia La Notizia! Le riunioni politiche regionali si fanno a Lamezia Terme, i centri decisionali sono ormai Cosenza e Reggio Calabria, ma questo è anche un limite e una colpa anche del centrosinistra, non solo del centro destra.

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Il maxi processo Rinascita Scott, con tutto il suo indotto, si fa a Lamezia Terme, quando Catanzaro era famosa per ospitare i più grandi processi italiani, da piazza Fontana alla mafia siciliana. A Lamezia Terme la Regione ha programmato gli studios cinematografici, sui quattro ettari della Fondazione Terina, un’operazione milionaria che vedrà puntualmente esclusa Catanzaro. Non saranno operazioni di facciata come l’acquisto del Masciari, che ci risulta sarà utilizzabile solo per attività di inclusione di soggetti svantaggiati e non potrà mai tornare ad essere quello che era cioè un cinema e un teatro, a cambiare o fermare il declino di Catanzaro.

“La Corte dei Conti, con il suo pesante giudizio sui bilanci dal 2015 al 2017, ha fatto cadere definitivamente anche la bella favola propinata ai catanzaresi, di un Ente “tutto a posto” con i bilanci. Abramo non lascia niente di buono alla Città da cui vorrebbe scappare subito. Ci sono macerie che difficilmente chi verrà dopo riuscirà a rimuovere. Chi verrà dopo troverà debiti, disorganizzazione, desertificazione degli uffici, svogliatezza, mancanza di prospettiva. Il nuovo sindaco, che mi auguro rappresenti una svolta rispetto a questo disastro politico-amministrativo, dovrà ricominciare non da zero, ma da meno 10, per recuperare alla Città credibilità, attrattività, stabilità finanziaria seria e non taroccata”, conclude Costanzo.

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