Vibo. Delitto dei fratelli Mirabello: l'inchiesta è chiusa, ma "senza" aggravanti. L'avv. Piscitelli: "Inaccettabile"

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  15 febbraio 2021 15:38

di TERESA ALOI

Eleonora, Adelaide e Caterina Mirabello partiranno oggi da Roma per raggiungere San Gregorio d’Ippona in Calabria dove domani verso le ore 17, nella chiesa di San Gregorio Magno parteciperanno alla messa in suffragio per i loro fratelli Davide e Massimiliano Mirabello 40 e 35 anni, scomparsi lo scorso 9 febbraio i cui corpi  vennero ritrovati nelle campagne di Dolianova, in Sardegna,  poco meno di due mesi dopo la loro scomparsa, il 3 aprile,  nascosti nella fitta vegetazione della zona, poco lontano da una strada che si ricongiunge con quella dove fu ritrovata, incendiata, la loro auto. 

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Con il loro dolore. Infinito, alla luce della conclusione indagine firmata ad un anno esatto dalla loro scomparsa. Omicidio volontario in concorso l'accusa finale contestata dal pubblico ministero di Cagliari, Gaetano Porcu, all'allevatore di Dolianova Joselito Marras, 53 anni, e al figlio Michael, di 28, in carcere da 11 mesi. Un terzo indagato, Stefano Mura, 43 anni, è invece accusato di favoreggiamento personale per aver detto di aver trovato un coltello il giorno del delitto, ma - secondo l'accusa - averne consegnato un altro ai carabinieri.

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Per il momento  dalla conclusione delle indagini si evince che Joselito Marras  e il figlio Michael  risultano entrambi indagati, al termine delle indagini, in concorso tra loro per omicidio , aggravato per Joselito perché affidato in prova ai servizi sociali e recidivo; porto e detenzione in luogo pubblico di un fucile che veniva utilizzato per il duplice omicidio, con la recidiva per Joselito; soppressione, distruzione ed abbandono di cadaveri, con la recidiva per Joselito; danneggiamento, distruzione mediante incendio dell’autovettura di Massimiliano Mirabello con pericolo di incendio per i luoghi circostanti, con la recidiva per Joselito

 Non vengono  contestate  aggravanti quali la premeditazione o la crudeltà ed efferatezza. E così, i difensori degli indagati potrebbero optare per una probabile richiesta di riti alternativi, verosimilmente il rito abbreviato, sottraendo gli indagati all’esame e giudizio di una Corte di Assise Penale e anche "godere" di  una riduzione di pena pari ad un terzo della eventuale condanna.

 “Non è stato semplice spiegare a dei parenti, che ad un anno esatto dall’assassinio dei propri fratelli, si aspettano giustizia e verità - ha sottolineato l’avv. Gianfrancesco Piscitelli, difensore delle sorelle parti lese - che allo stato attuale delle cose, in mancanza di specifiche contestazioni di aggravanti, Joselito e Michael Marras e Stefano Mura potranno, per la legge italiana, godere di sconti di pena, loro non hanno animo di vendetta ma erano certi di pene esemplari e, per chi non conosce la procedura ed ha subito una tanto atroce mancanza, è inaccettabile. Sinceramente anche io sono rimasto incredulo per la mancata contestazione di due aggravanti che, a mio parere erano abbastanza evidenti: precedenti rancori e voglia di vendetta, uniti all’essere usciti armati pur con i divieti imposti a chi è soggetto a misure alternative da parte del Tribunale di Sorveglianza, non può non farmi pensare ad una premeditazione dell’omicidio; e così anche, l’aver gettato come rifiuti le due vittime di cui una, a detta dello stesso medico legale, era verosimilmente incosciente ma ancora viva, alla mercè di cinghiali, volpi ed altri animali selvatici o randagi, senza neanche preoccuparsi di proteggere o occultare i corpi con terra o sassi, mi riesce difficile non catalogare il duplice assassinio come efferato. Ora aspetteremo l’evolversi ma, sinceramente, noi legali - ha concluso - non lasceremo nulla di intentato affinchè venga resa piena Giustizia a Massimiliano e Davide Mirabello". 

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