Vibo Valentia, i rappresentanti di Fratelli d'Italia incontrano i sindacati di Polizia

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  21 settembre 2022 14:04

«In questi quattro anni Fratelli d’Italia ha messo in campo un grande lavoro a difesa degli operatori del comparto Sicurezza-Difesa, portando in Parlamento tutte le istanze dei sindacati di Polizia. Un impegno che proseguiremo con ancora più forza anche nella prossima legislatura, quando saremo al governo della Nazione».

È quanto ha affermato la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia on. Wanda Ferro, candidata alla Camera come capolista del partito, nel corso di un incontro organizzato a Vibo Valentia su iniziativa del consigliere regionale Antonio Montuoro, con i segretari provinciali dei sindacati di Polizia maggiormente rappresentativi Franco Caso (Siulp), Francesco Franza (Sap), Roberto Bucca (Fsp Polizia di Stato), e Antonella Morelli (Silp Cgil), oltre ad una folta rappresentanza di dirigenti sindacali vibonesi. Introducendo l’incontro, cui ha preso parte anche il candidato al Senato Pasquale La Gamba, il consigliere Antonio Montuoro, presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale, ha rivendicato le tante battaglie condotte per il territorio calabrese sul tema della sicurezza, «a partire da quella per sopperire alle carenze di organico della Polizia stradale, su cui insieme all’on. Wanda Ferro - ha detto Montuoro - abbiamo presentato una interrogazione parlamentare, quella della ricerca di una nuova sede per la Polizia Postale e tante altre battaglie a tutela dei diritti del personale della Polizia di Stato e del territorio».

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Tra le questioni che i rappresentanti sindacati hanno portato all’attenzione dei rappresentanti di Fratelli d’Italia la richiesta di apertura del Commissariato di Polizia di Tropea, una nuova sede più dignitosa per la Sezione di Polizia Postale di Vibo Valentia,  il potenziamento della Scuola di Polizia di Vibo Valentia - importante avamposto dello Stato in un territorio di ‘ndrangheta la cui presenza determina anche positive ricadute economiche sul territorio - il rafforzamento degli organici della Sezione Polizia Stradale di Vibo Valentia e del Commissariato di Serra San Bruno, ed infine la richiesta di vigilare sulla costruzione della nuova sede per la Questura di Vibo Valentia e la salvaguardia del Reparto di prevenzione crimine di Vibo Valentia, un presidio che assicura una più efficace controllo sul territorio a garanzia della sicurezza e della serenità dei cittadini. 

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Tutti temi condivisi da Fratelli d’Italia, che nella sua azione politica ha sempre considerato priorità la sicurezza  e la tutela del lavoro delle Forze dell’Ordine. «Abbiamo fatto una battaglia - ha detto Wanda Ferro nel suo intervento - per poter dotare gli operatori del taser, sosteniamo l’installazione di body cam sulle divise degli agenti. E ancora il rafforzamento degli organici, il potenziamento degli strumenti, l’aggiornamento dei protocolli operativi, l’adeguamento di stipendi e pensioni. E ancora il tema della tutela legale degli operatori del comparto Sicurezza, ma anche una particolare sensibilità alla preoccupante emergenza dei suicidi tra gli appartenenti alle Forze dell’ordine, poiché i fattori di stress, le tensioni, i turni massacranti, le modalità con cui si svolge il servizio, incidono sul contesto personale e familiare degli uomini e delle donne in divisa e, quando non rappresentano la causa principale, spesso amplificano quei disagi che poi sfociano nel dramma. Importante poi il tema della giustizia, con la difesa della legislazione antimafia e la ferma opposizione alla riforma Cartabia che con l’introduzione della improcedibilità manderà al macero migliaia di processi, mortificando le vittime dei reati, ma anche vanificando il lavoro degli investigatori e il sacrificio di chi quotidianamente mette a rischio la propria incolumità per contrastare il crimine e l’illegalità, e garantire la sicurezza dei cittadini. Noi siamo garantisti fino alla sentenza di condanna, poi vogliamo che i responsabili dei reati paghino il loro debito con la società scontando tutta la pena, in carceri dignitose in cui sia davvero possibile il reinserimento sociale».

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