Passione, dedizione, impegno. Tre concetti chiave alla base del successo del Festival Leggere&Scrivere, che questa mattina a Vibo Valentia ha alzato il sipario sulla nona edizione dall’evocativo sottotitolo “Dialoghi per ripartire”. Nella nuova location, trasformata in un moderno centro culturale in cui respirare l’arte e la letteratura, si sono avvicendati i saluti dei partecipanti alla cerimonia d’inaugurazione. Ospite d’onore, il presidente della Commissione di Vigilanza della Rai Alberto Barachini.
Nel corso del suo intervento, il senatore Barachini ha rimarcato la necessità di «raccontare una Calabria e una Vibo Valentia migliore. E quale occasione più adatta - ha evidenziato - di una manifestazione culturale come il Festival Leggere&Scrivere per riscoprire questo orgoglio, ma stavolta senza pregiudizio». Il presidente della Commissione di Vigilanza ha poi ricordato l’importanza della lettura specie in questo periodo di pandemia «in cui molti, per solitudine, si sono avvicinati al libro»; ed ha ricordato il ruolo della Rai in passato e quello che deve avere in futuro: «Insegnare ai giovani non ad usare i nuovi mezzi ma a dominarli».
Alla fine, un auspicio ed una convinzione: «Lettura e cultura sono il confronto che ci serve. È da qui che possiamo ripartire».
Prima di Barachini, il saluto degli altri ospiti. Dall’assessore comunale alla Cultura, Daniela Rotino, la quale ha spiegato come il Festival rappresenti «il punto focale di “Vibo capitale del libro”»; al presidente del Sistema bibliotecario vibonese, nonché sindaco di Monterosso Calabro, Antonio Lampasi, il quale ha sottolineato «l’alta valenza del Festival nel panorama culturale calabrese e la grande importanza del Sistema bibliotecario nel garantire massimo impegno affinché la cultura sia tutto l’anno ed in ogni luogo».
I direttori artistici ed organizzatori, Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano, hanno voluto ringraziare in maniera sentita tutti gli sponsor, che con donazioni grandi e piccole «ci hanno permesso di essere qui», ed in particolare la famiglia Caparrotta-Miceli, che con uno slancio non comune ha messo a disposizione i locali per la nuova location. Una location nata dalle necessità «ma che - è stato l’auspicio di Floriani - potrebbe rivelarsi una grande occasione per la città. Perché è bellissima, è un moderno centro culturale. E perché - ha aggiunto Marzano - bisogna uscire dalla fissità delle nostre idee, aprirsi alle novità, che come in questo caso sono straordinarie». La stessa “padrona di casa”, Daila Miceli, ha ricordato che «l’importante è che ognuno metta a disposizione ciò che ha, ciò che può».
Infine il maestro Antonio La Gamba ha illustrato le installazioni e le esposizioni che hanno trasformato la sede del Festival in una vera e propria galleria d’arte.
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