di STEFANIA PAPALEO
Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Ruota intorno a quest'ipotesi di reato il fascicolo aperto dal sostituto procuratore Irene Crea a carico di cinque sanitari coinvolti nella morte del vigile del fuoco Antonio Foresta, 54 anni, originario di Taverna e residente a Botricello. Nell'elenco degli indagati i nomi di un medico e un tecnico radiologo di una struttura privata di Cropani e di tre operatori sanitari del 118, il cui operato è adesso finito al vaglio del magistrato chiamato a verificare se l'uomo si poteva salvare dopo aver ingerito male del solfato di bario, parte del quale finito nei suoi polmoni, mentre si preparava a sottoporsi a una radiografia col mezzo di contrasto a Cropani. Immediati i soccorsi da parte della moglie, che ha poi provveduto ad accompagnarlo al Pronto soccorso di Catanzaro, dove - stando alla denuncia della famiglia, assistita legalmente dall'avvocato Francesco Verri - avrebbe atteso circa 6 ore prima di essere sottoposto al primo lavaggio dei polmoni. Il 9 settembre la tragedia.
Stamattina in Procura è stato conferito incarico ai Ctu Berardo Silvio Cavalcanti e Roberto Cundari, entrambi di Cosenza, di effettuare gli esami tecnici irripetibili che potranno mettere un punto fermo nell'inchiesta partita dopo la denuncia dei familiari del paziente deceduto il 9 settembre nel reparto di rianimazione dell'ospedale "Pugliese", dove era stato trasferito in seguito agli inutili tentativi di sottrarlo alla morte da parte dei sanitari che lo hanno soccorso prima a Cropani e poi a Catanzaro. L'autopsia si è già svolta alle 12 presso l'istituto di Medicina legale del Policlinico universitario Materdomini. Per gli esiti i consulenti tecnici d'ufficio hanno preso 90 giorni di tempo per depositare la relazione, con la quale dovranno rispondere ai quesiti posti dal magistrato.
In particolare, i consulenti saranno chiamati ad accertare "procedendo ai necessari accertamenti medici, radiografici e autoptici e all'esame degli atti del procedimento, della documentazione medica relativa alla persona di Antonio Foresta, degli atti e della documentazione esistente presso le strutture di cura pubbliche e private interessate, l'epoca, le cause e i mezzi che hanno provocato la morte di Foresta, con particolare riferimento a eventuali tracce o elementi che posano far ritenere l'intervento di fattori esogeni nel determinismo causale della morte stessa, e precisino inoltre se nel comportamento dei soggetti coinvolti siano riscontrabili violazioni delle linee guida e buone pratiche di settore, al fine di individuare gli eventuali responsabili dei reati ipotizzati, specificando se la morte sia stata causata dall'imperita condotta di alcuno dei soggetti coinvolti".
A seguire la vicenda dal punto di vista legale sono gli avvocati Antonello Talerico, Angelo Grandinetti, Simona Porcaro, Ottavio Porto e Vincenzo Pizzari. I periti di parte nominati dal collegio difensivo sono i dottori Piercarlo Rizzi, Santo Giovanni Lio, Vincenzo Arcuri, Federico Bonacci, Pietrantonio Ricci e Isabella Aquila.
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