"E' indispensabile fare chiarezza rispetto a questa vicenda. Voglio sgomberare il campo da interpretazioni distorte: oggi si chiude una vicenda iniziata nel 2015 e precisamente con l'alluvione del 2015 quando la Procura ha aperto un'inchiesta sulle case di Caminia costruite sul demanio che insistono ormai da 50 anni". È quanto ha detto il sindaco di Stalettì, Alfonso Mercurio, in merito al sequestro di 61 villette a Caminia di Staletti, in Provincia di Catanzaro.
"Una vicenda che ha visto l'epilogo già con una sentenza della Cassazione nel luglio del 2018, notificata al Comune di Stalettì, con cui si sanciva la proprietà demaniale di quell'area. Noi da subito ci siamo adoperati per cercare di trovare una soluzione e per la prima volta la mia amministrazione si è interessata a Caminia" ha aggiunto il primo cittadino.
"Si tratta di un abuso nascosto per tanti anni. Abbiamo intrapreso - ci ha detto ancora - una strada di concertazione con questi occupanti. Insieme alla Regione Calabria e al Demanio abbiamo cercato di intraprendere una strada virtuosa per una soluzione definitiva. Abbiamo fatto due riunioni con le persone ed avevamo prospettato una rigenerazione urbana. Quando parliamo di rigenerazione urbana, parliamo di demolizione e ricostruzione secondo le norme. Ci siamo mossi in quella direzione visto che la Regione ci aveva chiamato per fare il Piano spiaggia che Staletti non ha" ha sottolineato Mercurio.
"Abbiamo esposto alla Regione la situazione relativa a questo lembo di terra già in passato oggetto di attenzione. Nel 1999 quando era stato approvato il Piano regolatore di Stalettì questo lembo di terra era stato sottoposto ad un piano particolareggiato. È vero che negli anni 60 c'è stato un intervento dell'allora sindaco per far costruire in questa zona, ma dopo nulla è stato regolarizzato. Fino a qualche anno fa non si capiva chi realmente fosse il proprietario di questa area, poi la prima causa negli anni 80 ed oggi all'epilogo. E' vero che i cittadini sono stati in qualche modo indotti a costruire in quest'area dall'allora amministratore che non aveva titolarità. Io voglio sottolineare però che negli ultimi 40 anni nessuna amministrazione si è interessata alla vicenda di Caminia, solo la mia dal 2018 ha voluto approfondire e riprendere la situazione relativa a Caminia cioè da quando abbiamo ricevuto la sentenza della Cassazione. Abbiamo cercato un confronto per trovare la soluzione migliore purtroppo a ciò che potevamo proporre questi signori hanno risposto di no" ha reso noto Mercurio.
"Hanno scelto la strada peggiore, dicendo che il Comune non avrebbe dovuto nemmeno emettere l'ordinanza di sgombero. Noi eravamo obbligati a fare quello che abbiamo fatto, non abbiamo messo la testa sotto la sabbia come gli struzzi e come qualche mio predecessore ha fatto. Questo è anche oggetto di una querela presso la Procura della Repubblica, in quanto qualcuno avrebbe buttato una PEC, dopo averla scaricata. Per questa cosa l'amministrazione attuale ha denunciato l'ex sindaco. La PEC è arrivata - ha raccontato Mercurio - ed è stata scaricata, quella PEC non è andata a finire al protocollo non è stato oggetto di un'ordinanza di sgombero".
"Gli occupati hanno fatto domanda di condono nel 1995 ma le domande giacciono nell'Ufficio tecnico perché non si è potuto dare seguito in quanto non c'è la titolare dell'area" ha detto ancora il sindaco.
Questa la vicenda raccontata dal primo cittadino di Stalettì che ha precisato di non sapere nulla del futuro dell'area.
"Ci sono delle autorità che stanno sopra di noi, è stato notificato un decreto penale. Adesso gli occupanti avranno un'interlocuzione con la Procura. I terreni rimarranno nel demanio pubblico e l'utilizzo sarà deciso attraverso una programmazione urbanistica. Il Comune non ha interesse particolari, ha fatto quello che doveva fare. Alcune di queste famiglie hanno visto il Comune come un nemico. Il Comune non è nemico di nessuno ma è il baluardo della legalità. Questi signori sapevano benissimo di essere abusivi ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. La situazione doveva essere sanata, qualcuno ha fatto finta prima di noi di non vedere? Può darsi, ci sono delle responsabilità. Noi abbiamo affrontato la situazione con serietà, noi siamo tranquilli con noi stessi agendo solo per far rispettare la legge. Adesso ci sono organi competenti più in alto di noi che se ne occupano. Noi abbiamo fatto il nostro dovere e ringraziamo il procuratore Gratteri" ha concluso il primo cittadino di Stalettì.
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