di VINCENZO SPEZIALI
Si ode uno squillo di tromba -non di trombone... poiché qualche vecchio 'arnese' potrebbe pensare di trasformarsi da Renato Rachel in Stanlio (senza Onlio), oppure in Gianni (senza Pinotto)- e il suono dello strumento, non segna la carica, bensì la scarica, non di carattere fisiologico, ma puramente assemblativa di una indefinita alleanza.
Difatti, tale improbabile -e mi guardo bene dal definirlo paccotiglioso!- 'rassemblement' (che nulla ha di francese) è funzionale allo scopo non di governare, bensì conquistare il timone del comando del capoluogo di regione, da parte di un signore che ricorda o vuole ricordare, Massimo Cacciari (patti chiari, solamente perché è di sinistra e ha la barba). Che dire? 'A ciascuno il suo' (e mi perdoni Leonardo Sciascia), assieme al combinato disposto con 'così è se vi pare' (una prece a Luigi Pirandello), però il delirio pseudonarcisista (chiaramente di costoro) arriva a ciò.
Già è così, uno pseudonarcisismo -nemmeno afflizione di presunta onnipotenza- ma ormai, la corrida -eterogenei allo sbaraglio- è in pieno svolgimento e guai a chi si mette di traverso: a me per esempio fanno giungere messaggi tramite familiari, i quali (i messaggi) inducono al tentar di farmi desistere a sollevare problemi politici e di difendere identitariamente nonché politicamente la mia area di centrodestra.
Ormai, 'personaggi in cerca d'autore' (richiediamo scusa a Pirandello), considerano cosa fatta la vittoria macedoniale -nessuno pensi al grande Alessandro Magno, semmai a Pipino il Breve...se proprio la vogliamo mettere così- poiché questo trionfo, 'tronfio', è ineluttabile!
A parte il fatto che costoro omettono un particolare di non poco conto, ovvero il passaggio elettorale -sapete? Siamo in democrazia, non nelle dittature comuniste di URSS e Cina- ma se tanta è la certezza dell'improcrastinabile vittoria, perché ci si agita tanto? Lo spiego, immediatamente: i primi, sono proprio i vecchi e nuovi "compañeros" (della fu enclave del Cacciari nostrano), assieme a frattaglie ascare e girovaghe, a non essere certi di come la si vuol dare intendere da S.Elia a Giovino, ovvero in tutto l'orbe cittadino.
Mi si faceva notare, 'amabilmente', quanto siano inutili i viaggi a Roma, seppur a fronte di convocazioni di riunioni interpartitiche già fissate e non da me, poiché, non partecipandovi o non invitati, per costoro l'invidia è tanta e la paura fa novanta. Ecco, si spiega in tal modo -e per tal fatta- la spiegazione dell'arcano!
Tra l'altro, notoriamente, sono una persona di Fede, quindi confido nella resipiscenza di chi improvvidamente -essendo responsabile politico di partiti del centrodestra- ha concesso un'investitura frettolosa -piu` o meno apertamente- in quanto le elezioni politiche incalzano ed incedono e poi sui collegi vai a prenderli i voti (a cominciare da quelli di opinione). Sarebbe d'uopo, al punto in cui siamo, attenersi al pari di un consiglio dato da un grande democrstiano (Arnaldo Forlani), a un suo simile (Ciriaco de Mita), quindi ripeto le parole della formula magica: calma, prudenza e non onnipotenza. Già, sapienza dei grandi, che ci protegge da una 'bancarotta' -reato grave nel codice penale come in politica- al punto da fare impallidire, persino i defunti Roberto Calvi e Michele Sindona. E che loro signori -Calvi e Sindona, appunto- mi perdonino per l'accostamento a qualche figura di autoctoni ed esilaranti soggetti.
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