Vincenzo Speziali: "Caro Mimmo, ti scrivo..."

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Vincenzo Speziali
  16 ottobre 2024 08:26

di VINCENZO SPEZIALI

Caro Mimmmo, ti scrivo...

 
Milletrecentoottantacinque giorni, ovvero quarantasette mesi, ora più ora meno, ovvero minuti giusti e minuti lievemente errati, laddove è il tempo trascorso, tipico di una ingiusta -ma sempre più frequente!- colonna infame, il patimento sopportato dal mio amico, On. Presidente Domenico Tallini.
 
Era il 19 Novembre del 2020, quando questo galantuomo quale pochi iniziò il suo 'calvario manetterista e neogaicobino', non da rappresentante delle fanatiche e dittatoriali pseudo istituzioni iraniane, bensì da politico suffragato da messe di lecito, legale, adamantino consenso elettorale, sempre coltivato, in modo men che mai consono. E oggi? Che ne è di un'inchiesta, ingiusta e fallace, alla stregua di una carogna infinita, la quale non si sbriciola come un castello di sabbia asciutta, ma con essa, con le sue cervellotiche panzane, smerciate alla stregua di un impianto investigativo solido, anzi solidissimo, ha stoppato, ma non certo interrotto, la carriera politica, non di un tribuno populista, ma di una persona perbene e di un serio rappresentante delle istituzioni. Si ha un (non)bel dire, allorquando si continua pervicavenemte e perniciosamente, ad insensare il 'magistratume' che porta con sé un ciarpame senza pudore, ovvero una nauseabonda sentina, la quale spazza la vita altrui, facendolo per di più ingiustamente e crudelmente, manco fossero Mussolini, persino e bislaccamente noto, per dichiarare di voler "spezzare le reni alla Grecia".
 
Noi cittadini accorti e attoniti, zitti e a cuccia, intimoriti da un prepotere prepotente e soverchiante, che si configura come una barbarie la quale può investire chiunque, ciascuno e chicchessia, ormai, cioè premesso detto e ribadito, nemmeno ce ne accorgiamo più.  Io no, giammai, anzi, nel mente osservo la morte vera, dal balcone delle mie finestre a Beirut, oggi, in questo tempo, conosco il valore della vita e la virtù del coraggio, quindi, continuo ad indignarmi per tutto ciò.
 
Ho sentito Mimmo, perché l'ho chiamato, giacché è lui che con affetto paterno mi telefona spesso, proprio per avere mie notizie in cogenza di questa assurda guerra, patita da me e sai familiari. L'ho sentito ieri mattina, immediatamente dopo aver letto io la notizia e il suo giustamente relativo sfogo, eserdendo il sottoscritto con (riporto testuale): "non crederai certo di sentirmi indirizzare a te le congratulazioni, giusto? D'altronde quali felicitazioni ed auguri dovrei porgere ad un amico sincero quale sei tu, a fronte di una cosa che mai sarebbe dovuta accadere? Ma soprattutto, ci si può ritrovarsi a gioire, innanzi ad un uso improprio della (NON)giustizia, che fanno e portano avanti taluni 'procuratorucoli' ?".
 
Ecco, ho detto così e così penso, poiché così è, al netto di una realtà da metaverso, anzi peggio ancora, di una falsa narrazione a sfondo perbenista, moralista e apocrifamente vittimista, di costoro tutti, intenti a riscrivere 'pro domo loro' la storia italiana e di farsi passare quali unici detentori di pubbliche e naturali virtù, ben sapendo, nel cuore di ciascuno quanto così non è, né mai sarà. Il mio, non è un atto di insubordinazione civile, semmai la Resistenza avverso soprusi plurimi, poiché di Resistenza me ne intendo, compiendola a viso aperto, con onore dell'impegno quotidiano, qui, in questo inferno in terra, divenuto l'incantevole Libano aggredito e con la guerra sin sotto casa propria. Che resta perciò delle ingiuste sofferenze patite da Mimmo, dai suoi composti, splendidi, esemplari, familiari? Vorrei tanto credere quanto ciò possa restare un monito, ma di illusioni non me ne faccio tante, pur se io continuo e continuerò a battermi e  ugualmente a me lo farà soprattutto l'On. Presidente Domenico Tallini, con il tratto umano, da sempre sua peculiarità.

E tale tratto, con affetto rinnovato e maggior rispetto confermato, lo fa appellare da chiunque Mimmo.
Un'ultima cosa: ti abbraccio forte!

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