di VINCENZO SPEZIALI
Premetto due considerazioni, così entro, immediatamente, in argomento:
1) esiste -ed e` tutelato, oltre che ammesso dalla normativa (persino Costituzionale!)- il diritto di critica e di libero pensiero ('et ad abundantiam', financo di satira), quindi laddove vi fossero, a seguito delle mie riflessioni 'ritorsioni' attraverso senzazionalistiche -benché infondate!- accuse 'inquisitorie', sappia la pubblica opinione come ciò è -per l'appunto!- una forma di 'vendetta', oppure un maldestro tentativo, esercitato indebitamente, alfine di 'zittirmi' (o meglio: 'di intimorirmi e di farmela pagare'), da parte di un ordine professionale, il quale rappresenta un Potere dello Stato, pur se la categoria non lo è affatto e per nulla, perciò stiano attenti, poiché, finalmente il popolo sovrano scenderebbe in piazza a mia difesa e in ogni modo la magistratura Libanese avrebbe la riprova delle sue tesi, circa la 'persecuzione' ai miei danni e gli abusi ai loro e ci si ricordi il procedimento in corso a Beirut, in cui ho già reso dichiarazioni (essendo testimone e parte lesa e dovro` continuare a farlo il 28 Febbraio);
2) se per meglio estrinsecare il mio giusto ragionamento, ricorro alla satira, i destinatari, l'accettassero -al netto persino delle corbellerie che loro stessi hanno 'inscenato'- poiché noi democristiani (tipo Fanfani, Leone, Andreotti, Cossiga, Forlani, Colombo...aivoglia quanti ve ne siamo e come risultiamo essere migliori e più intelligenti, pure di costoro a cui mi riferisco?) oltre ad essere indomiti e coraggiosi (sempre noi democristiani!), diciamo le cose giuste, nel modo giusto e perciò se mi si querelasse- a parte non fregarnene un 'beneamato'!- dimostrerebbero i cosidetti querelanti, la loro 'azione temeraria' e quale concezione 'ayatollesca' hanno, sia della legge, sia della giurisprudenza, che del Diritto, poiché paleserebbero, fino a quale punto si rifanno all'Iran di Komeyni.
Ordunque 'ribadito l'avviso (reale e corretto!) ai naviganti', entriamo in argomento.
Difatti, durante una audizione della Commissione Giustizia della Camera, Federico Cafiero de Rhao, cooptato come Deputato (poiché non abbiamo una legge elettorale degna di essere definita tale!), assieme all'attuale Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, da quanto ho letto -ed io, so leggere e se per questo anche scrivere, nonché parlare, modestamente bene sotto tutti i triplici aspetti- dicevo da quel che ne hanno riportato le cronache giornalistiche o ci si è trovati innanzi ad uno sketch stile 'Totò con Peppino De Filippo' -chiedendo, sommessamente scusa per l'accostamento (chiaramente ai mitici attori partenopei!)- oppure si è palesata (quindi, confermando quanto dico da sempre!) la concezione di qualche magistrato -poco importa se in attività o in 'quiescenza' (vuol dire pensionato), che fa sì di quanto costoro siano 'anelanti' un 'regime' in stile (e afferibile?) all'attuale Iran.
Ma è mai possibile, non voler accettare - come giusto sarebbe- nessuna forma di controllo, da parte di questa categoria?
In ogni ambito lavorativo, esistono i 'nuclei di valutazione' (e produttività), perciò, parimenti, per tutti gli ordini professionali, sono previste le stipule assicurative, a fronte di 'errori' (non sta a me stabilire se per dolo o per colpa).
Ciò vale per i medici in primis (e loro si che hanno piu` 'ansia da prestazione' rispetto ai magistrati, benché pure questi ultimi 'hanno in mano' la vita della gente, se non altro, dal punto di vista sociale e di quello della 'libertà', specialmente); eppure, l'aspetto della 'responsabilità risarcitoria' -sempre a fronte assicurativa- è prevista, persino per gli ingegneri, gli architetti, i commercialisti, ed anche per gli stessi avvocati.
LEGGI QUI LA POSIZIONE DELLE CAMERE PENALI CALABRESI
Solamente per i 'giudici' non vale la tal cosa: mi si obbiettera` ma è prevista l'azione indiretta, ovvero lo Stato risponde per essi e poi, eventualmente si rifarebbe su di loro medesimi.
Premesso che la 'rivalsa statuale' non si ha mai traccia che avvenga -o così parrebbe a memoria d'uomo- ma quante vale la vita di un 'povero Cristo, figlio di Cristo', cioè un cittadino ingiustamente divelto dagli errori giudiziari e da mirabolanti inchieste, le quali comportano -quasi sempre!- lunghissime custodie cautelari?
Vi sono applicate tabelle per calcolare il tutto e sono di per se` gia`risibili, purtuttavia nessun prezzo rifonde l'esistenza 'spezzata', assieme ad onorabilità, socialità, ed altro ancora, sia per l'innocente malcapitato, sia per i suoi cari.
Proprio per questo si è avanzata la proposta di far 'giudicare' i magistrati non dai salumeri -con tutto il rispetto per la nobile professione (e, comunque tutte le lecite e legali professioni meritano rispetto, non solamente quella dei togati inquirenti e giudicanti)- dicevo si è avanzata la proposta di un 'giudizio' da parte degli avvocati, i quali hanno anche essi competenza cognitiva della materia legale, non foss'altro in quanto financo costoro sono laureati nella stessa materia dei 'giudici' tutti.
Apriti cielo: "mai!", sentenzia ed '(sdr)argomenta' l' 'ottimo' neo Procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, perché ciò 'farebbe venire meno la serenità di qualsivoglia magistrato, nel valutate il cliente degli avvocati di rango, cominciando dai Presidenti delle Camere Penali, così come gli appartenenti a questa categoria, hanno financo l'impiducizia di non leggere le carte di molte inchieste, portate avanti in Calabria, laddove sono stati arrestati avvocati, persino di grido e noti, pure in campi non solo giurisprudenziali' (pressapoco così ha sostenuto).
Ora, premesso come tale assunto non può essere vero (cioè non leggere le carte, altrimenti come si farebbe a difendere gli assistiti?), le Camere Penali Calabresi hanno e giustamente risposto per le rime -benché a fronte di ironia caustica- eppure, è mai possibile non avere un contrappeso doveroso a fronte di plurimi 'abominii', dovuti a sempre più frequenti errori, da parte dei magistrati?
È possibile sostenere che nessuno, dico nessuno -pure a fronte di altrettanta credibile preparazione giuridica- non possa 'disturbare -in questo caso si d'uopo la terminologia- il manovratore' (ovvero i PM. e i loro colleghi Giudicanti)?
Poiche` se persino gli avvocati, sono considerati inopportuni, visto che ormai si arrresta persino loro, per comportamenti inerenti lo svolgimento delle proprie funzioni e quindi sarebbero in 'conflitto di interessi' o 'eserciterebbero indebita pressione' in favore degli assistiti, allora potremmo prendere in esame l' 'azione valutativa' verso (e non contro!) i magistrati da altri competenti nel campo giurisprudenziale, quali sono i notai, che a loro volta, possiedono identica laurea dei giudici e degli stessi legali forensi e scolgono persinofunzuoni di pubblici ufficiali?
Sono certo che anche ciò verrebbe non accettato, motivando stucchevolmente come spesso si ritrovano anche essi indagati (i casi di Guglielmo e Panzarella sono notori).
Ma allora, in un mondo di sottoposti a procedimenti giudiziari in qualsiasi ambito e categoria, risulta credibile?
Solamente i magistrati sono buoni ed adamantini?
Suvvia, non esiste più neanche l'immunità parlamentare, il cui istituto è previsto in tutti i Paesi del mondo civile, non per privilegio, bensì a garanzia di altrettanta autonomia di cui si pretende solo vi sia, in Italia, per la casta di Giudici e di Pm, quindi, si potrebbe profilare -da parte di ogni cittadino libero e coraggioso, nonché in possesso del dramma del pensiero- una sorta di rivendicazione circa la loro impunità a prescindere.
No, io non taccio su tutto e non posso non confutare simili argomenti, ben sapendo di rischiare, poiché qualche 'anima non bella', potrebbe persino sostenere che discredito suddetto ordine e se ciò non risulta essere reato, come già mi è accaduto in passato, me lo si contesterebbe assurdamente e fantsiosamente quale aggravante: chi se ne frega, di simili, anzi agghiaccianti assurde probabilità, poiché non si può continuare ad essere 'ostaggi mentali' per la paura di una reazione da parte della coercizione prepotentemente del potere autoreferenziale.
Così, perciò, lasciatemi la libertà di critica, poiché è giusto criticare!
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