Vincenzo Speziali domani vola a Beirut per una nuova avventura giornalistica

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Vincenzo Speziali
  12 agosto 2024 07:13

di Vincenzo Speziali

Domani, con una certa emozione -chiaramente non dovuta alla paura, la quale per altro né conosco, né so cosa sia- partirò alla volta di Beirut.
 
Accennavo all'emozione, dunque, poiché inizio la mia 'nuova avventura' con la testata giornalistica nazionale, per la quale spero di fare un buon lavoro, come sempre penso di aver fatto allorquando mi sono cimentato in qualcosa e se per questo, confido se del caso anche di rendere, 'giusto servigio' -in ogni senso!- nei confronti del mio Paese. Dunque, da domani sarò a Beirut!
Intendiamoci, pure il Libano lo considero -e non certo un pochino!- 'casa mia', ovvero un luogo dell'anima come lo sono Bovalino in primis, Siderno e Catanzaro in secundis e Roma...'sempre ner core'.
Certo, la situazione 'bolle', eppure io, come potrei tirarmi indietro?
 
Non sono un tipo che scappa, poiché ho pure obblighi di riconoscenza nei confronti di quei luoghi e della sua gente, la quale sento parte di me medesimo, cominciando, dai miei figli e da mia moglie, quali esempi primigeni.
E poi...già poi, vi è l'obbligo di testimoniare verità e non smerciare propaganda -Signor Netanyahu, questa la lascio a lei e al suo crudele genocidio, che non si ferma nemmeno e neanche, innanzi a plurime violazioni del Diritto Internazionale, benché il sottoscritto sia assolutamente convinto del Diritto all'esistenza e alla propria difesa, in capo ad Israele- quindi onestà intellettuale, reale, autentica e documentata, saranno, da parte mia, le strade e i viottoli, su cui incedero`.
Si badi bene, senza che chicchessia, persino parenti colà autoctoni o endemici,  possano condizionarmi, perché nessuno è mai riuscito a farlo con me, in qualunque luogo, in qualunque circostanza: non piego la schiena e non abbasso il capo, ovvero ho sempre guardato tutti negli occhi, cominciando dai miei figli e spero di farlo pure con i figli dei miei figli.
Si sa che come tutte le persone di carattere, posso avere financo un brutto carattere, ma ciò deriva dalla vita vissuta, da esperienze tristi, da insilonze ripetute, rispetto alle quali non derogo più, poiché ho pure -e non scherzo- una 'dispensa ecclesiale', della quale, certamente, non me ne approfitto, ma al tempo stesso mi risultano chiari due concetti: 1) sono cattolico, dedito alla comprensione, che però deve manifestarsi nei miei confronti con giusta, convinta e sentita richiesta, affinché la resipiscenza pervada l'animo di chi mi chiede tolleranza e poi i soggetti che ottengono una 'seconda possibilità' ne siano, meritevoli, consapevoli e sinceri: 2) in mancanza di dette premesse, siccome non mi sento Dio e Cristo -pure in virtù del fatto che non vivo in un manicomio, laddove vi sono molti che pensano di essere entrambi- sono inferiore al Padreterno e a Nostro Signore Gesù, perciò loro perdonano comunque, il sottoscritto, 'in absentia' delle giuste contrizioni' di cui accennavo prima, certamente no (anche perché 'faccio un lavoro diverso!).
Ordunque -per tornare ai miei saluti, nei confronti di tutti e ciascuno- porterò il mio 'pezzo di Calabria e d'Italia', partendo da Bovalino fino a Catanzaro, sempre nel mio cuore, così come gli affetti veri, specialmente e per primi mia madre e mio fratello, poi i parenti materni, qualcuno dei paterni (pochi, pero`!); cosi`come gli amici di una vita (noti e meno noti, politici e dirigenti, giornalisti ed altri ancora, cominciando da quelli di infanzia), con dentro me, il ricordo di mia nonna e di Arnaldo Forlani o la certezza della solita 'presenza' di Aldo Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro).
 
Ma al tempo stesso -e lo si sappia a fronde di mia giusta ragione- nel 'bagaglio', ho stipato anche i 'non sentimenti', delle persone da cui voglio allontarmi e che per sempre, ancora sempre, ogni volta sempre, da me terrò lontano.
Tanto torno...eccome se torno!

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