Vincenzo Speziali: "Figli, consorti e, soprattutto, genitori. Il segreto dell'amore"
Vincenzo Speziali
23 febbraio 2024 15:15di VINCENZO SPEZIALI
La sofferenza ci accompagna nel corso della nostra vita. Essa è 'una compagna costante e fedele', di cui non ci sbarazziamo. Anzi, assieme a lei, ci imbattiamo nei sensi di colpa. Viaggiano entrambe stipate, accompagnate dalla sofferenza, e tutt'e` tre, in fin dei conti, ci rassicurano, coerentemente a quanto (mi!) ripeteva Giulio Andreotti: "in fondo siamo certi, perché significa che siamo vivi".
Non si è mai 'all'altezza' di esse stesse, soprattutto, nel mentre si è genitori: qualora fossimo tali -ed io lo sono!- a fronte di mancanze, 'del proprio passato' (tutti lo hanno), di insicurezze (ciascuno le possiede), oppure 'personalissime defaillance' (ognuno le fa), chiunque si ritrae, si mette sotto giudizio e persino in mora!
Mia moglie, è solita ripeteRmi: "i figli non sono nostri. Li abbiamo in consegna".
Quanta ragione ha, come al solito, parimenti a sempre, questa, grande, grandissima, donna -la mia donna- perchè assomma virtù, saggezza, sentimento (verso, me medesimo e -forse?- 'non all'altezza'), ma soprattutto nei confronti dei figli.
C'è un 'manuale' per come palesarsi buoni genitori? Certo che no!
Esiste, di converso, un 'vademecum', alfine di indicarci la rotta dei 'buoni figli'? Neanche!
Ad onorabilità del vero, sarebbe inesistente, persino il 'breviario laico' del (/a) 'buon (/a) consorte', ma ciò è un'altra cosa.
Sono, grato, comunque ai miei figli, principalmente alla più grande -si chiama Cristina (...amore mio, bella come tua madre, profonda ed intelligente, quanto nessuno)- la quale mi ha fatto capire, dall'alto della sua dolcezza, della sua pazienza e del'intima comprensione, il perché e il percome, risultano essere sempre veri, costantemente giusti, senza mai 'adombrarsi', proprio i nostri figli: quando di ha la 'benedizione' di averli, risultano migliori dei propri genitori!
Soprattutto, qualora i figli, dovessero sbagliare: siamo noi padri e madri gli 'unici colpevoli', non perché giustifichiamo, ma perché 'manchiamo', pur se, essi (cioè i figli!) non sbagliano mai.
È vero: mia moglie è la 'cosa' più importante della mia vita, ma loro, i miei figli, 'sono' la mia vita! Esiste una differenza, epperò me l'ha fatta comprendere proprio mia moglie.
Sul punto, descrivo me quale, a m8a volta, (indegno?) figlio: voglio un gran bene a mio padre, considerato dal sottoscritto, un 'Dio in terra', al quale ho chiesto scusa di averlo giudicato e -magari?- 'condannato'.
Chi ero e chi sono io? Appunto, un figlio, un figlio 'innamorato' del suo 'grande' papà, ma che da figlio ieri e da genitore oggi, ha capito l'umanità che siamo.
Ad onorabilità del vero, esiste qualcuno migliore di ciascuno di noi: mia madre ne è l'esempio 'plastico', perciò..."grazie Mammà, grazie sempre", soprattutto per averci dato esempio di come si è (...e si dovrebbe essere) figli, consorti, genitori (principalmente genitori, ovvero pronti a sacrificio, sopportazione e comprensione), ed infine nonni.
Ma parlando con mia figlia -la mia bellissima Cristina- comprendo ora, raggiunti i miei cinquant'anni, quanto l'amore vince e sconfigge, qualsiasi cosa.
La 'guerra generazionale e funzionale' (figli e genitori), esiste, persiste, dalla notte dei tempi, pur se -coerentemente a quanto accade nella vita in genere (e per come cantava Caterina Caselli)- nessuno (in qualsiasi veste, pure da coetaneo o amico), "puo` giudicare".
E al solito -quasi fosse l'inesorabile sole, il quale inesorabilmente, sorge ogni mattino- ci si rifa (o ci si dovrebbe rifare) d'uopo, alla DC e ai democristiani, poiché in tal caso, precisamente, segnatamente, rammento Carlo Donat Cattin, che, tanti, tanti, ma tanti anni fa (avevo diciassette anni!), mi disse (facendomi comprendere 'il mistero della paternità'): "tra l'avere figli e non averne, è sempre meglio averli, pure se questi ti straziano il cuore".
Grande Donat Cattin, ma, sopratTutto, ancor più grande è l' 'umanità' di cui parlava San Paolo VI° (vero fondatore della DC) -definendosene "esperto"- perché tutti noi, democristiani e sempre dopo di lui, lo siamo e lo saremo, ovvero conoscitori di suddetta affermazione, in combinato disposto con la medesima condizione.
Ciò è 'il segreto' di una esistenza vissuta, la quale sempre vale la pena vivere. Comunque
Ai miei figli, a mia moglie, a mio padre e a mamma`, grazie, di avermi permesso di coniugare in pratica, il verbo amare!